DUE FRATELLI ARRESTATI PER TENTATO OMICIDIO AGGRAVATO DALLA POLIZIA DI STATO
La Squadra Mobile della Questura di Crotone, in esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura del capoluogo, ha catturato i fratelli:
1. SCARRIGLIA Giovanni, nato a Crotone, classe 1985, ivi residente, coniugato, incensurato;
2. SCARRIGLIA Vincenzo, nato a Crotone, classe 1988, ivi residente, coniugato, con precedenti di polizia.
Poiché indagati in concorso, tra loro e con altri allo stato rimasti ignoti, Giovanni quale autore materiale e Vincenzo quale uno dei mandanti, del tentato omicidio di Piero RANIERI, attinto da cinque colpi di pistola cal. 7,65, mentre era intento a parlare in strada con un soggetto, presso il quartiere del Gesù, in Crotone.
Secondo le ricostruzioni fatte dagli investigatori, Giovanni SCARRIGLIA, dopo avere raggiunto la vittima l'ha chiamata e, dopo averla fatta girare verso di se, ha esploso almeno sette colpi di pistola, dandosi poi alla fuga e facendo perdere le proprie tracce.
Tuttavia, l'avventatezza con la quale è stata condotta l'azione delittuosa ha esposto a grave pericolo le numerose persone che erano presenti in strada, tra cui diversi minori, tanto che uno di questi sarebbe rimasto ferito di striscio dietro un orecchio.
Gli uomini della Squadra Mobile, infatti, hanno riscontrato la presenza di punti di impatto dei proiettili anche su una vettura parcheggiata in zona e frammenti di ogiva in terra; anche l'auto a bordo della quale era da poco giunto il loco il RANIERI è stata attinta sul portellone posteriore e sul lunotto.
Il movente sarebbe da ricondurre a dissidi sorti in ambito familiare, posto che gli indagati sono gli ex cognati della vittima, alla quale sarebbero state avanzate più pretese di denaro, parte del quale sarebbe servito a mantenere la figlia, rimasta con i nonni materni, dopo il trasferimento del RANIERI al nord Italia, in provincia di Verone, a seguito della separazione con la moglie.
Altro elemento di contrasto sembra essere riconducibile all'appartamento presso il quale vivevano il RANIERI e la moglie.
Tale immobile popolare, con il consenso dello stesso RANIERI, sarebbe stato lasciato nella disponibilità di un soggetto, gravato da numerosi precedenti; ciò avrebbe determinato ulteriori frizioni tra le parti, poiché i familiari della ex moglie avrebbero avuto in animo di ottenere la possibilità di fruire della casa.
Peraltro, lo stesso conduttore dell'appartamento in argomento ha mosso aspre le critiche nei confronti dello SCARRIGLIA Giovanni, appellato con vari epiteti, ritenuto incapace di concludere il compito affidatogli "cinque ne sono rimasti…uno qua…uno..qua…uno qua e uno qua! Gli ha menato pure alla gamba dovee…ma menali una botta dritta al cervello e te ne vai…no che vuoi fare il grande! il cowboy! E digli di negarsele queste cose che gliele sbatto davanti!"
Tali critiche, peraltro, non sono tanto finalizzate a censurare il fatto in se, quanto le modalità, atteso che il modo scomposto di condurre l'azione delittuosa ha messo in pericolo lo stesso soggetto di cui sopra, nonché i numerosi bambini presenti in strada.
Censure all'operato di Giovanni SCARRIGLIA sono state anche avanzate dal fratello Vincenzo, il quale, lamentandosi con altro parente, si rammarica del fatto che se Giovanni avesse operato così come loro stessi avevano pianificato, ossia con professionalità e freddezza, sarebbe stato più difficile per le forze dell'ordine individuarlo.
Il RANIERI, dopo essere stato tenuto in terapia intersiva con prognosi riservata, nella serata del 6.11.2015, si è risvegliato dal coma farmacologico, confermando agli inquirenti che a sparargli era stato proprio Giovanni SCARRIGLIA.
Le indagini continuano in maniera serrata.