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Fermo di P.G. di un cittadino rumeno per sfuttamento della prostituzione.

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Costringeva, con maltrattamenti e minacce, la moglie a prostituirsi .

Personale dell'U.P.G.S.P. ha proceduto al fermo di P.G. del cittadino rumeno G.T., classe 1984, in quanto resosi responsabile di sfruttamento della prostituzione aggravato in danno della moglie G. M. , classe 1990.

In particolare G. M. ha denunciato che il marito, allontanatosi poco prima dell'arrivo degli operatori, ormai da circa tre mesi la costringeva con violenza e minaccia a prostituirsi in questa Via Regina Margherita.

La stessa asseriva che era giunta a Crotone circa tre mesi fa unitamente al marito con la promessa che si sarebbero trasferiti in questa provincia per lavorare onestamente, lui come muratore e lei come badante, tuttavia appena giunti in città lo stesso, chiedeva alla moglie di prostituirsi in questa Via Regina Margherita; la donna reagiva con un netto rifiuto alla richiesta del coniuge e da questo ne nasceva una lite violenta in cui il fermato aggrediva la moglie colpendola con calci e pugni al fine di costringerla a "lavorare" in strada per lui.

Per tali motivi, la donna circa un mese orsono si ribellava alla situazione, rifiutandosi di continuare l'attività di meretricio.

Detto rifiuto, tuttavia, insieme alla mancanza di incasso, generava una nuova reazione violenta del marito, il quale, picchiando nuovamente la moglie al fine di costringerla a continuare a lavorare, induceva la stessa a scappare di casa ed a rifugiarsi presso l'abitazione di un'amica.

Qui veniva raggiunta dal marito, il quale, sostenendo di essere pentito, convinceva la moglie a tornare a casa promettendole che la situazione sarebbe realmente cambiata.

In realtà, dopo qualche giorno, nulla era cambiato e lei era stata costretta a continuare a lavorare in strada.

La donna, nella giornata di ieri, esausta delle vane promesse del marito ribadiva per l'ennesima volta di non voler più fare la prostituta aggiungendo altresì di essere intenzionata a tornare in Romania e chiedere il divorzio.

Quest'ultimo, adirato ed ubriaco, iniziava ad inveire contro la moglie, ordinandole, con tono minaccioso, di andare immediatamente a lavoro poiché bisognoso di denaro e che se non avesse acconsentito sarebbe finita male, minacciando la stessa di morte; a tal punto la donna chiamava la Polizia denunciando quanto accaduto.

L'uomo veniva rintracciato all'interno del proprio appartamento con una valigia pronta e con in tasca un portafogli contenente la cifra di Euro 340,00 e i documenti di identità propri e della moglie.

All'interno dell'abitazione è stato rinvenuto, oltre a varie ricevute di trasferimenti monetari all'estero, un Block Notes riportante il resoconto dell'attività di meretricio svolta dalla donna.


30/04/2014

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