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Operazione "OLD FAMILY"

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old family

Tratte in arresto 35 soggetti responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi comuni da sparo e traffico di stupefacenti.

La Polizia di Stato, nell' ambito dell'operazione di P.G. denominata convenzionalmente "OLD FAMILY" ha eseguito nr. 35 arresti a carico di soggetti ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di ami comuni da sparo e traffico di stupefacenti, in esecuzione del provvedimento di Fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di Catanzaro.

L'operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Crotone e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura Antimafia di Catanzaro, che ha visto l'impiego di 250 uomini, con l'ausilio delle Squadre Mobili di Reggio Calabria, Torino, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Matera e Taranto, e dei Reparti Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale e Meridionale, unità cinofile ed un elicottero del Reparto Volo di Reggio Calabria, ha di fatto disarticolato la nuova compagine di 'Ndrangheta operante su Crotone.

Il provvedimento precautelare compendia le risultanze di una complessa attività di indagine, durata circa tre anni con l'ausilio di plurime attività di natura tecnica, che ha permesso di ricostruire il nuovo assetto criminale della compagine di 'Ndrangheta imperante sul capoluogo, riorganizzatasi sotto le direttive di CLAMPA Gaetano cl. 46 detto "Barba", divenuto unico interlocutore delle altre organizzazioni criminali della provincia, quali i GRANDE ARACRI di Cutro e i FARAO-MARINCOLA di Cirò. Nel corso delle investigazioni sono stati intercettati diversi "pizzini" inviati dal GRANDE ARACRI Nicolino ai CIAMPÀ per la risoluzione di questioni relative all'imposizione di alcune assunzioni di cui una inerente l'assunzione di un medico al Servizio 118 del locale nosocomio. L'indagine ha disvelato il capillare controllo della cosca nell'attività del trasporto dei componenti delle pale eoliche scaricati e stoccati in una zona del porto di Crotone, mediante atti intimidatori volti a favorire talune imprese impegnate nel trasporto di dette componenti a discapito di altre, in cambio del versamento di somme di denaro e di assunzioni di soggetti vicini alla cosca all'interno dell'area portuale e nell'effettuazione dei servizi di scorta dei trasporti eccezionali. Sono state, altresì, ricostruite numerose estorsioni poste in essere dalla consorteria mafiosa in danno degli operatori commerciali di Crotone, con l'utilizzo dei classici atti intimidatori (ritrovamento di bottiglie con benzina e cartucce, incendi e danneggiamenti mediante colpi d'arma da fuoco).

L'attività tecnica ha consentito di delineare anche il ruolo verticistico rivestito da CAZZATO Egidio all'interno della consorteria criminale 'Ndranghetista crotonese, nonché di identificare i nuovi accoliti e fiancheggiatori e ricostruire gli attuali rapporti e accordi con la cosca confederata MEGNA di Papanice, con la quale è stata anche realizzata una "'cassa comune" dove far confluire tutti i proventi delle attività illecite, specie delle estorsioni operate sulla città di Crotone, che vengono divisi in cinque parti.

L indagine ha disvelato anche gli interessi della cosca nella realizzazione di un parco eolico in un località Capocolonna, su di un terreno acquistato da un insospettabile ed incensurato imprenditore risultato compartecipe, unitamente al figlio, nell'associazione mafiosa disarticolata.

Inoltre, è stato documentato l'interessamento della cosca nei lavori di bonifica dell'area ex Pertusola, nonché nei lavori dell'appalto, dell'ammontare di 11 milioni dì euro inerente, la messa in sicurezza della S.S. 106, delle relative assunzioni di personale e delle ditte da impiegare nei subappalti.

La cosca gestiva, altresì, in regime di monopolio sul capoluogo, un lucroso traffico di stupefacenti, del tipo cocaina e marijuana, diretto prima da GIORDANO Gianfranco e poi da DE BIASE, con basi logistiche nel quartiere "Gesù" e canali di approvvigionamento, nella provincia di Reggio Calabria, da PALAMARA Domenico, legato da vincoli di parentela con la famiglia maliosa dei MORABITO.


05/06/2013

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