Tutto comincia quando tre agenti della Squadra Nautica della Polizia di Stato in servizio sul molo del porto vecchio, notano fra le reti e gli attrezzi da pesca depositati sulla banchina, qualcosa di insolito.
Da un primo esame si tratterebbe di un pezzo di una mandibola, la parte inferiore dell'arcata della grandezza di 6-7 cm., con attaccati ancora quattro molari, che, se sarà confermato, appartiene al cadavere d'un essere umano.
Probabilmente il reperto è stato tirato su dal mare recuperando una rete, finendo poi buttato sul molo assieme ai tanti brandelli d'alghe, pezzi di legno, conchiglie ed altro, che normalmente vengono eliminati o cadono dalle reti una volta poste sulla banchina per essere ripulite e rimesse a posto prime d'essere nuovamente usate dai pescatori è facile pensare che nessuno si sia accorto che, in mezzo a tutto il resto, c'era quell' osso scurito dalla lunga permanenza in mare.
Il reperto recuperato è stato affidato al Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, che eseguirà le analisi del caso sul pezzo d'osso e se, come sembrerebbe ad un primo esame, sarà confermato che è parte del cranio d'un essere umano, si aprirà una delicata indagine che sarà affidata alla Squadra Mobile, incaricata di chiarire un "giallo" che appare di non facile soluzione.