A partire da oggi, su tutto il territorio nazionale l’uniforme degli oltre 98000 mila poliziotti cambierà aspetto: saranno indossati infatti i nuovi distintivi di qualifica che cambiano dopo 38 anni dal varo della legge 121 del 1981, segnando l’ultima tappa della smilitarizzazione.
Con questo cambiamento la Polizia di Stato riafferma la propria identità segnando il distacco dal mondo militare al quale - per riprendere le parole del Sig. Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza - si continua a guardare con rispetto ma con la consapevolezza di essere un’amministrazione civile ad ordinamento speciale così come previsto dall’art. 3 della l. 121/1981.
Si tratta di un cambiamento che tiene conto però della tradizione ed infatti continua ad essere presente come emblema dell’Istituzione l’aquila, simbolo che proprio quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza risalente al 1919.
L’aquila infatti continua ad esprimere la fierezza, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente i poliziotti assicurano la sicurezza del Paese.
Accanto a quest’emblema vengono introdotti nuovi simboli che caratterizzano le diverse qualifiche :
il plinto araldico è l’elemento che individua gli agenti e gli assistenti, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso e sta a rappresentare la struttura portante delle fondazioni di un edificio;
il rombo che individua il ruolo dei sovrintendenti e con il suo profilo fusiforme ricorda la punta di una lancia, simbolo di dinamismo operativo temperato dall’esperienza;
il pentagono che continua ad individuare la carriera degli ispettori e a rappresentare il ruolo “ a sviluppo direttivo” che immette nella carriera dei funzionari.
La formella è il nuovo simbolo che caratterizza la carriera dei funzionari di Polizia e rappresenta la rivisitazione della formella dello scultore quattrocentesco Lorenzo Ghiberti che viene modificata introducendo due rombi sovrapposti di misure diverse ruotati fra di loro di 45 gradi e vuole essere un richiamo alla bellezza e all’eleganza del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese.
Per quanto riguarda gli operatori di Polizia che svolgono funzioni tecnico – scientifiche i distintivi si differenzieranno attraverso il diverso colore delle mostreggiature.
Il percorso che ha portato all’adozione dei nuovi distintivi di qualifica della Polizia di Stato è stato lungo e tortuoso; nonostante questo i lavori dell’apposita Commissione di studio costituita da componenti istituzionali dell’Amministrazione, dalle rappresentanze sindacali e da un autorevole esperto di araldica, il Professore Michele D’Andrea, si sono svolti sempre in un clima propositivo e cercando di addivenire ad un risultato che andasse incontro alle legittime aspettative dei rappresentanti.
Come sottolineato anche dal Professore D’Andrea in un intervista rilasciata al mensile Polizia Moderna sono stati in particolare due i punti più complessi sui quali la Commissione ha lavorato: la rivisitazione del simbolo storico dell’aquila e il superamento dei simboli della stella a cinque punte e della torre di tradizione militare.
Riguardo al primo punto è stato sottolineato che l’aquila è il simbolo più pregnante della Polizia di Stato, oltre ad essere quello che si è radicato di più nella percezione dei cittadini. L’inserimento anche nei nuovi segni distintivi sta ad indicare l’importanza del simbolo quale emblema della forza che sostiene idealmente gli elementi costitutivi di tutti i gradi.
L’aquila è stata ridisegnata nel rispetto della tradizione araldica italiana conferendole però un tocco di modernità che la rende elegante ed al tempo stesso maestosa.
In particolare dalla qualifica dell’ispettore superiore in poi l’aquila tiene fra gli artigli il bastone del comando, simbolo di autorità e di capacità di gestione.