Nella mattinata di ieri gli agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cinquantatreenne crotonese, indagato dei delitti di violenza sessuale aggravata ed atti sessuali posti in essere nei confronti di una minore degli anni quattordici.
La vicenda trae origine lo scorso mese di ottobre allorquando a seguito di un malore, una tredicenne veniva accompagnata dalla propria madre presso il locale nosocomio dove scopriva di essere incinta da poco più di cinque mesi.
In considerazione della giovane età della ragazza veniva attivato, da parte dei sanitari il c.d. “protocollo viola”, che consiste in un codice di triage dedicato, finalizzato a garantire protezione ed anonimato alle vittime di violenza o alle persone vulnerabili, nonché a predisporre prestazioni maggiormente idonee ad una più appropriata gestione clinica ed un’efficace assistenza socio-sanitaria.
Innanzi al medico responsabile del menzionato protocollo, la minore confidava di aver avuto dei rapporti sessuali, in più occasioni contro la sua volontà, con un signore molto più grande di lei con il quale da tempo intratteneva una “relazione sentimentale”.
La ragazzina aveva addirittura riferito di essere stata, in una circostanza, malmenata poiché, non intendendo cedere alle avances, aveva manifestato la volontà di riferire tutto alla propria madre.
Per quanto sopra, d’intesa col il PM titolare del procedimento, dott. Alessandro RIELLO, si dava avvio a compulsate investigazioni che consentivano di verificare la fondatezza della versione dei fatti, per come narrata dalla vittima, potendosi, altresì, documentare il tentativo da parte del reo, di condizionare la testimonianza della ragazza a suo favore, in vista dell’incidente probatorio disposto dal G.I.P. del Tribunale di Crotone.
In ragione degli inconfutabili elementi di reità raccolti nel corso delle investigazioni, nella mattinata di ieri, il G.I.P. emetteva nei confronti dell’uomo il provvedimento restrittivo della libertà personale della misura cautelare in carcere, che veniva immediatamente eseguita dagli agenti della Squadra Mobile, che dopo le incombenze di rito, conducevano l’arrestato presso la locale casa circondariale.