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Adescava minorenni in chat. Incastrato dagli uomini della Polizia Postale

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Operazione della Polizia Postale

Verso la fine del 2010, un genitore residente nella provincia di Cremona si è presentato presso i nostri uffici perché aveva constatato che la figlia, una ragazza di 12 anni, era in contatto tramite la chat "Messenger" con un ragazzo che asseriva avere 19 anni circa.

Già l'età sembrava troppa per il genitore, che decideva di tenere controllata la chat della minore. Apprendeva così che la piccola aveva inviato alcune foto al suo interlocutore.

A seguito di quanto scoperto dal genitore personale della Polizia Postale accertava tecnicamente sul PC e sul telefono cellulare della minore la presenza di alcune foto estremamente intime e recuperava le "chattate" con l'anonimo interlocutore, avendo quindi la prova che le foto erano state effettivamente spedite dalla giovane.

Con una serie di articolate attività d'indagine, iniziate con l'individuazione dei log della "chat", fino all'acquisizione dei dati informatici presso gli operatori di telecomunicazione, si è giunti a individuare l'autore dell'adescamento e a identificarlo in B.G. di ani 30, abitante in provincia di Bergamo. Nei primi mesi di quest'anno il B.G. è stato sottoposto a perquisizione locale e nella circostanza è stato sequestro il materiale informatico nella sua disponibilità, utile per provare ulteriormente le sue responsabilità.

L'analisi, complessa e molto articolata per la mole di materiale esaminato, ha mostrato un quadro probatorio rilevante e ha evidenziato la tecnica messa in atto dall'indagato.

Sono stati inoltre recuperati oltre 70 filmati e oltre 300 immagini pedopornografiche, molte delle quali auto prodotte da giovani vittime.

Ma la parte più laboriosa dell'analisi e dell'attività investigativa è stato l'esame di oltre 2000 conversazioni di Messenger che l'indagato aveva raccolto e conservato sin dal 2007. Tutte le conversazioni mostravano una predisposizione al contatto con giovanissime ragazze, fino ai 15-16 anni (oltre tale età la conversazione veniva abbandonata o interrotta) e la tecnica di plagio adottata portava a far credere alla piccola interlocutrice che stesse chiacchierando con un suo quasi coetaneo. Gli argomenti trattati (la scuola, il tempo libero, le vacanze) inducevano la vittima a credere effettivamente di trovarsi di fronte un coetaneo. Tra l'altro l'indagato inviava e mostrava una foto non sua che effigiava un giovane di bell'aspetto dall'età apparente di circa 16-18 anni.

A tal punto l'indagato, quando aveva carpito la fiducia della minore, iniziava a mostrarsi interessato sentimentalmente e rivolgeva le classiche parole d'amore (ti amo, ti voglio bene, sei il mio tesoro ecc.) che inducevano ulteriore confusione nella minore, la quale finiva con il credere alle false lusinghe.

E qui l'adescatore iniziava ad avanzare le sue richieste: dapprima qualche foto sensuale, poi qualche scatto più audace, fino a giungere a vere e proprie foto di nudo o addirittura pornografiche, senza contare le richieste di esibizione in webcam anche in pratiche sessuali.

Un vero e proprio mondo dell'orrore quello emerso dalle conversazioni, dove l'adulto non aveva più rispetto della dignità e personalità della ragazzina che purtroppo era caduta nella sua rete.

La lunga e laboriosa attività d'analisi forense sul materiale sequestrato (che non è stata semplice sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista investigativo) ha permesso di identificare altre 6 ragazze minori (tra i 13 e i 15 anni) vittime del B.G., ragazze che illuse e circuite dall'indagato avevano inviato loro foto o video di natura pornografica.

Identificate le ragazze sono infine state sentite in modalità protetta da personale dipendente al fine di raccogliere le loro dichiarazioni circa le modalità dell'adescamento e verificare che le foto non fossero state trasmesse ad altre persone; sono tuttora in atto alcuni accertamenti investigativi.

Da questa vicenda emerge purtroppo il lato più negativo del mondo virtuale, ovvero quello popolato da persone senza scrupoli che cercano di soddisfare i loro perversi desideri nell'errata convinzione di rimanere anonimi e nascosti sotto false spoglie. Le vittime, purtroppo, sono spesso minori, ancora troppo giovani, ingenui e impreparati ad affrontare le insidie e le lusinghe di adulti senza scrupoli, in grado di plagiare e circuirle con facilità.

Altro pericolo non indifferente e che le foto inviate dalle minori possano essere diffuse sul web, che purtroppo consentirebbe una loro divulgazione all'infinito e una impossibilità alla loro rimozione.


05/11/2011

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