Questura di Cremona

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Questura di Cremona Squadra Mobile: "Operazione Braveheart".

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Operazione BRAVEHEART

Nella mattinata di sabato 21 novembre u.s. la Squadra Mobile della Questura di Cremona, in sinergia operativa con i Commissariati di P.S. di Crema (CR) e di Treviglio (BG) e in stretta e fattiva collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Bergamo, dava esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Cremona nei confronti di quattro soggetti di origine indiana ( S.G., nato in India classe 1992 - S. A., nato in India classe 1985 - S. J., nato in India classe 1985 - S. J., nato in India classe 1986) resisi responsabili di reiterate e plurime condotte illecite relative a reati di associazione per delinquere, atti persecutori, lesioni personali gravi, porto illegale di armi, sostituzione di persona, minacce. Venivano inoltre denunciati a piede libero altri tre soggetti (A. S., nato in Pakistan classe 1992 - L. V., nato in India classe - L. H., nato in India il 19.10.1997). Le indagini – instauratesi nell’ambito della puntuale e minuziosa attività di monitoraggio del fenomeno della criminalità straniera e condotte dall’ufficio investigativo della Questura con il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica di Cremona, Dott.ssa Chiara TREBALLI -  hanno trovato fondamento e avvio da una violenta aggressione avvenuta nei mesi scorsi ai danni di un cittadino indiano, il quale riportava, nella circostanza, gravi lesioni giudicate guaribili in 40 gg. Gli accertamenti successivi permettevano di ricostruire l’ossatura di un’associazione criminale composta da cittadini di nazionalità indiana, che - al fine di affermare la propria esclusiva preminenza e a tal fine incutendo elevato e significativo timore nelle vittime – ponevano in essere comportamenti intimidatori e vessatori, spesso sfociati in vere e proprie spedizioni punitive, nei confronti di connazionali che non si sottomettevano alle regole imposte dal gruppo stesso. Il prosieguo dell’attività investigativa consentiva di appurare come la compagine delittuosa si adoperasse anche per fornire dietro pagamento ai loro connazionali opportunità di lavoro e patenti false, secondo un modus operandi collaudato che prevedeva la partecipazione di un soggetto terzo il quale effettivamente si sottoponeva all’esame al posto - e utilizzando le generalità - del reale candidato, traendo in inganno il pubblico ufficiale preposto al rilascio del titolo. Gli investigatori hanno potuto acclarare l’effettiva pericolosità del gruppo e la ferocia impiegata dai membri dell’organizzazione nei confronti di chi opponeva il proprio rifiuto alle condizioni imposte dai membri dell’organizzazione, acquisendo inopinabili riscontri di fattiva partecipazione degli odierni indagati in relazione, in particolare, a due brutali pestaggi posti in essere dal gruppo che, si evidenzia, ha costantemente espresso radicata callidità delittuosa. In entrambi gli episodi di violenza gli indagati aggredivano le vittime utilizzando armi da taglio e corpi contundenti, tra i quali anche coltelli e tirapugni allo scopo di umiliarle e sottometterle. La banda, tuttavia, lungo tutto l’arco temporale di cui alla descritta attività investigativa, non si è mai limitata all’esecuzione di violente aggressioni, bensì ha proseguito, con determinata ferocia, nella realizzazione di una serie di comportamenti vessatori e assillanti al fine di intimidire le persone offese, costringendole al silenzio. Continua incessante l’attività investigativa e di acquisizione probatoria integrativa da parte degli uomini della Squadra Mobile anche al fine di individuare ulteriori complici o attività illecite poste in essere dal gruppo criminale.


25/11/2020

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