Aveva aggredito e tentato di uccidere un connazionale, nel corso di un regolamento di conti: è così finito in manette per tentato omicidio un 27enne indiano, per una vicenda verificatasi il 27 maggio 2017. Insieme a lui, sono stati denunciati, con l’accusa di concorso in tentato omicidio altri quattro cittadini indiani. Tutti operai agricoli e residenti tra Cremonese, Bresciano e Bergamasco. La vittima e l’arrestato si erano accordati per trovarsi a Pieve San Giacomo per “delle questioni da chiarire”, probabilmente fatti legati allo smercio di droga. Quest’ultimo si era però presentato accompagnato da una ventina di persona, mentre la vittima era soltanto in compagnia di un amico. Il regolamento di conti era sfociato in un’aggressione vera e propria, con calci, pugni e spray urticante. La situazione era degenerata quando l’arrestato aveva sferrato una coltellata all’addome alla vittima, con una lama di grandi dimensioni, provocandogli profonde ferite al rene e al diaframma. A trasportarlo immediatamente al Pronto Soccorso, salvandogli la vita, era stato l’amico. Il ferito è stato dimesso dopo due settimane. Le indagini, da parte della Squadra Mobile della Questura di Cremona, erano partite non appena il pronto soccorso dell’ospedale aveva avvisato la Polizia. Gli investigatori avevano ricostruito la dinamica, sentendo la titolare di un ristorante situato in zona, che si era accorta del trambusto. L’individuazione di una delle auto degli aggressori aveva permesso di dare il via alle indagini, con l’individuazione di due degli indagati. Dopo i fatti gli indiani sono fuggiti ad Asola, dove presumibilmente sono stati ospitati da altri connazionali compiacenti. Il sopralluogo effettuato dopo l’aggressione, da parte della Polizia Scientifica, ha consentito di rinvenire una piastrina, di proprietà di un altro degli indagati. Intanto la vittima, una volta risvegliatasi, ha effettuato dei riconoscimenti fotografici, identificando senza dubbio quattro persone. Un quinto soggetto è stato invece individuato grazie alle intercettazioni telefoniche. Tra l’altro uno degli indagati, insieme a un altro suo connazionale non indagato in questa vicenda, si è reso responsabile di un omicidio, commesso a settembre 2017 a Palosco in provincia di Bergamo, con un’arma da fuoco, per cui si trovava già in carcere quando è stato raggiunto dalla misura di custodia cautelare.