Nel pomeriggio di ieri, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto un uomo di 64 anni in quanto resosi responsabile dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti, estorsione e stalking nei confronti della sua ex convivente.
Nei primi giorni di agosto, una donna, ormai esasperata e terrorizzata dal suo ex convivente, si è presentata presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, decisa a raccontare ai poliziotti il dramma che da circa due mesi stava vivendo e subendo.
La donna, in lacrime e fortemente intimorita, ha raccontato ai poliziotti che dopo aver conosciuto il suo ex convivente lo ha accolto in casa. Rimasta sola dopo la morte del marito, aveva intravisto in lui una persona a cui legarsi e affidarsi sentimentalmente. La convivenza però non si è mostrata facile per la donna, che sin dai primi momenti di vita insieme si è trovata costretta a subire il carattere violento dell’uomo. Diversi sono stati gli episodi di maltrattamenti o i rapporti sessuali di ogni tipo consumati contro la propria volontà spesso minacciata anche da un coltello. Ha raccontato, inoltre, che l’uomo, approfittando del proprio stato di debolezza, perché malata, pretendeva che ella gli cedesse mensilmente una parte della propria pensione di reversibilità.
Neanche la decisione di troncare la relazione è servita a tenere lontano da lei quell’uomo violento che ha continuato a perseguitarla e a minacciarla, tanto da farle limitare le uscite di casa o ad evitare di uscire da sola.
La donna ha trovato nei poliziotti gli amici a cui confidare il proprio dramma, il segreto che, per vergogna o timore di essere giudicata, aveva tenuto per sé tanto da evitare di fare ricorso alle cure mediche anche quando ce ne fosse stato bisogno.
L’attività info-investigativa avviata a seguito della denuncia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal Procuratore Capo Dr Mario Spagnuolo, ha consentito di accertare i reati contestati e di assicurare l’uomo alla giustizia.
Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.