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Maltrattamenti in famiglia la Polizia di Stato ha eseguito, per due diversi casi, le misure cautelari degli arresti domiciliari e del divieto di avvicinamento alla parte offesa

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eseguito, per due diversi casi, le misure cautelari

Ieri, 8 luglio 2019, personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza, ha dato esecuzione a due diverse ordinanze di applicazione di misura cautelare coercitiva, emesse dal GIP presso il Tribunale ordinario di Cosenza: la prima di allontanamento dalla case familiare e contestuale divieto di avvicinamento alla parte offesa; la seconda degli arresti domiciliari. Entrambe le misure cautelari sono state emesse a seguito di richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal dott. Mario Spagnuolo, rispettivamente nei confronti di L.F.F., trentanovenne della provincia di Cosenza, e nei confronti di I.F., cinquantaduenne cosentino, poiché ritenuti responsabile del reato di  maltrattamenti in famiglia.

In particolare, nel primo caso, l’uomo, soventemente in stato di ebrezza, con condotte reiterate, ingiuriava, vessava, minacciava e picchiava la moglie, nei cui confronti nutriva una ossessiva gelosia per la quale le addebitava storie sessuali con altri uomini. La donna, madre di cinque figli minori, destava in un perdurante stato di ansia e paura e di un fondato timore per la sua incolumità e per quella dei figli, che in svariate occasioni sono stati anch’essi oggetto di ingiurie e aggressioni, nei cui confronti il loro padre ha sferrato violenti calci.

Vicenda del tutto diversa è  quella oggetto della seconda misura cautelare: in questo caso infatti si tratta del reato di maltrattamenti in famiglia del fratello maggiore verso la sorella. L’uomo, già sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa famigliare e del divieto di avvicinamento, ha continuato a molestare e aggredire la sorella, la quale veniva raggiunta reiteratamente presso l’abitazione dove la stessa era andata a vivere con il suo compagno, per essere ancora minacciata ed aggredita. Tale situazione ha  determinato quindi l’aggravamento della precedente misura cautelare che si è rilevata inefficace per la tutela della donna e pertanto il GIP, su richiesta del PM, ha emesso la misura cautelare coercitiva degli arresti domiciliari a carico dell’I.F. con divieto di comunicare con  persone in qualsiasi modo anche con l’utilizzo di  sistemi informatici.

Appare necessario evidenziare che l’elevato numero di indagini per i reati di “violenza di genere”, la loro complessità e delicatezza, la necessità di concluderle in tempi brevi, ha determinato la creazione di un gruppo di lavoro investigativo, altamente specializzato, all’interno della Squadra Mobile della Questura, che lavora in perfetta sinergia con i quattro Magistrati del corrispondente gruppo specializzato della Procura della Repubblica di Cosenza. 


09/07/2019

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