Personale della Divisione Anticrimine, Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza, della Questura di Cosenza, supportato da personale del reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, ha dato esecuzione al decreto di rigetto dell’appello ed alla conferma del provvedimento di confisca, emesso dalla Corte di Appello di Catanzaro e all’ordinanza di sequestro sempre della stessa Corte di Appello – Sezione Penale Feriale, nei confronti di Briguori Agostino e dei suoi familiari.
La Misura di prevenzione (ex art. 20 legge 159/2011) che prevede il sequestro finalizzato alla confisca dei beni, riconducibili ai predetti, costituisce la naturale prosecuzione dell’operazione denominata “Cartesio” nella quale il Briguori Agostino era stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP Distrettuale di Catanzaro, unitamente ad altri soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di essere presunti appartenenti alla consorteria mafiosa capeggiata da Franco MUTO operante sulla costa tirrenica cosentina.
Il provvedimento in argomento, eseguito dal personale della Polizia di Stato, giunge al termine di un articolato procedimento giudiziario, all’esito del quale il Briguori non è riuscito a dimostrare la legittima provenienza dei beni oggetto di sequestro.
Il sequestro in argomento ha riguardato società, aziende esercenti la gestione di stabilimenti balneari, di costruzione e vendita di beni immobili, affitto e gestione di servizi turistici, alberghi, residence, ristoranti, pizzerie aventi sede nella provincia ed a Rimini, con attività presso i due centri commerciali di Cosenza e Rende, immobili a Bonifati, Bellaria e Igea Marina (RI), a Rende in frazione Arcavacata, tra le quali una villa su due livelli con affaccio su rupe marina, terreni siti nel comune di Bonifati e autovetture.
Il valore dei beni sottoposti a confisca in precedenza ed oggi ammonta a circa 2 milioni di euro.