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GIOVANNI PALATUCCI - IL QUESTORE “GIUSTO TRA LE NAZIONI” -

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breve biografia del poliziotto che salvò migliaia di ebrei dalla feroce persecuzione nazista

"Ama il prossimo tuo come te stesso, più di te stesso".

Questo il prezioso testamento lasciatoci da Giovanni Palatucci, per il quale è in corso al Vaticano il processo di beatificazione.

Chi era Giovanni PALATUCCI?

Un uomo, un funzionario dello Stato, un esempio di vita.

Nasce a Montella (AV) il 29 maggio 1909, compie studi giuridici ma, anziché la professione forense, sceglie di entrare a far parte dell'Amministrazione di Pubblica Sicurezza, ove inizia il suo incarico da Vice Commissario il 16 Settembre 1936 a Genova.

Dal 15 novembre 1937 opera alla Questura di Fiume, ove successivamente avrà incarichi di Commissario e di Questore reggente, assumendo la responsabilità dell'Ufficio Stranieri che lo porterà a contatto diretto con la condizione degli ebrei.

Il suo ruolo di funzionario di Polizia lo favorì, quando rompendo qualsiasi indugio e ricorrendo ad alcuni stratagemmi, si dedicò con tutte le sue energie e con l'aiuto di altri volontari e cittadini ad organizzare un'efficace rete di solidarietà, grazie alla quale migliaia di ebrei e perseguitati politici poterono salvarsi dal genocidio messo in atto in quegli anni dal regime nazi-fascista.

Palatucci era pienamente cosciente del pericolo che correva, ma rifiutò più di una volta la possibilità di trasferirsi per restare a Fiume, non solo per offrire l'ultima speranza agli ebrei, ma anche per sostenere gli italiani che subivano una crescente oppressione dai militari tedeschi.

La sua incessante opera si concluse tristemente il 13 settembre 1944, quando arrestato dalla Gestapo, dopo essere stato brutalmente torturato, fu deportato al campo di sterminio di Dachau, dove si spense all'età di 36 anni non ancora compiuti.

In quegli anni bui della storia, Giovanni Palatucci, ha testimoniato un coraggio che ha colpito e che colpisce nel profondo dell'animo di ciascun individuo, per il suo carattere non episodico ma consapevole.

Il suo eroismo si spinse fino ad immolare la propria vita per salvare altre vite minacciate dalla barbarie, contribuendo a far si che nel nostro paese il numero degli ebrei assassinati o deportati fu più basso rispetto a quello di molti altri Stati dell'Europa Occidentale.

Al Vaticano, è in corso la causa di beatificazione, dell'ultimo Questore di Fiume, Giovanni Palatucci: il poliziotto che salvò migliaia di ebrei dalla feroce persecuzione nazista durante il suo mandato.

Palatucci, una figura di straordinaria attualità, un poliziotto che ha interpretato l'esigenza, in quel particolare e drammatico momento storico, dei cittadini per cui lavorava. Sentiva di fare il suo dovere obbedendo alle sovrane leggi della vita: solidarietà umana, tutela e libertà.

Nel 1990 l'istituzione del memoriale ebraico dell'Olocausto dello Yad Vashem gli conferisce il massimo onore che gli ebrei possano tributare: quello di essere riconosciuto quale "Giusto tra le Nazioni".

Tant'è il valore riconosciutogli, che numerose sono le pubblicazioni, le iniziative a suo ricordo quale esempio dell'espressione più alta dei valori cristiani e civili vissuti da Giovanni Palatucci, uomo e funzionario dello Stato, al servizio del prossimo fino al sacrificio della sua stessa vita, incarnazione della missione di poliziotto che, proprio in quanto tale, vive a tal punto il senso del dovere ed il senso del valore umano non esita a disporre della sua vita per salvarne altre.

Non un semplice ricordo della figura di Giovanni Palatucci, bensì il riconoscimento di valori dei quali sempre più si avverte il bisogno: pace, solidarietà, valori civili, valori istituzionali che devono rappresentare i cardini della cultura di ogni popolo.


12/09/2008

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