Nella mattinata del 5 gennaio 2018, personale della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme, su disposizione del Tribunale – Sezione Penale di Catanzaro, ha tratto in arresto Giuseppe Paone ventitreenne, disoccupato lametino.
Paone era stato già arrestato nel febbraio dello scorso anno nell’ambito dell’operazione denominata “Nuove Leve”; quelle indagini furono condotte dai menzionati uffici investigativi coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro nelle persone del Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e del Sostituto Procuratore Elio Romano, sotto la direzione del Procuratore Capo Nicola Gratteri.
Le investigazioni avevano permesso di accertare l’esistenza di un gruppo di soggetti al soldo dei capi della cosca Giampà, sottoposti a stato di detenzione, che si erano adoperati per rinsaldare le fila della menzionata consorteria con l’intento di continuare nell’esercizio delle attività estorsive sul territorio.
Il provvedimento che ha colpito il Paone è conseguenza della decisione della Corte di Cassazione che aveva rinviato al Tribunale per un riesame dei motivi che avevano determinato il G.I.P. all’emissione del provvedimento cautelare successivamente alla decisione del Tribunale della Libertà che aveva disposto la scarcerazione dell’indagato. La decisione adottata dal Tribunale di Catanzaro, che ha disposto il ripristino del menzionato provvedimento cautelare, ritiene il Paone, soggetto intraneo al gruppo delle nuove leve con compiti operativi finalizzati alla realizzazione delle attività estorsive; nello specifico il giovane è ritenuto responsabile della commissione di atti intimidatori mediante il posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi di attività commerciali, nonché di aver provveduto al prelievo di denaro direttamente dagli imprenditori vittime delle richieste estorsive.
Il Paone, inoltre, viene riconosciuto come soggetto destinatario di messaggi provenienti dai maggiorenti della cosca Giampà e contenenti ordini di porre in essere atti intimidatori nell’interesse della consorteria criminale, recapitarli ad ulteriori destinatari o realizzarli direttamente.
Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato associato presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.