Si chiama Burataake Teisi, nato nel 1994 a Suva nel Kiribati, uno stato insulare dell’Oceania, e stava per essere scarcerato ieri sera dalla Casa Circondariale di Siano, dove era recluso a seguito di fermo di P.G., convalidato dal 2016, operato dal Nucleo di Polizia Giudiziaria di Reggio Calabria per traffico di stupefacenti.
Infatti, unitamente ad altri connazionali, tutti imputati dello stesso reato e fermati nelle medesime circostanze, erano stato portati a Reggio Calabria dalla Polizia Penitenziaria per il giudizio dinnanzi alla Corte d’Appello ed erano stati assolti.
Solo uno dei sodali Tioti Iotaake, ristretto nel carcere di Paola è stato condannato ad anni 6 di reclusione e € 20.000,00 di multa.
Pertanto, come è prassi, la Polizia Penitenziaria, nel viaggio di ritorno da Reggio Calabria, nella tarda serata di ieri, si era messa in contatto con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Catanzaro per comunicare la scarcerazione.
I poliziotti del predetto Ufficio, richiamati in servizio, per effettuare i dovuti controlli e procedere all’espulsione degli stranieri non aventi titolo a soggiornare in Italia, nell’effettuare gli accertamenti del caso, hanno contattato anche il Ministero e, unitamente ai colleghi del servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, si accorgono che il Burataake Teisi non può essere scarcerato perché ricercato in campo internazionale dalle Autorità del Brasile per il reato di traffico di stupefacenti.
Nei suoi confronti, infatti, pendeva un mandato di cattura emesso il 22.08.2017 per il suddetto reato, per cui deve scontare la pena di anni 15 di reclusione.
L’accusato, quale membro d’equipaggio della nave Rio De Janeiro, risultava coinvolto in un’organizzazione criminale al fine di agevolare l’introduzione di materiale per la comunicazione
e borse nei container che contenevano la cocaina dell’associazione criminale.
Pertanto per il Burataake si sono richiuse le porte del carcere.