“Buongiorno, mi manda l’Amministratore. Devo controllare i citofoni” è l’inizio di una scena che ha ripetuto tante volte, in diversi palazzi di disparate zone della città: abbiamo già detto del condominio di via duca degli Abruzzi, ieri è stata la volta di via Delle Medaglie d’Oro. Stesso copione, stessa scusa “Devo comprare del materiale che non avevo previsto: fanno cento euro, poi la rimborsa l’Amministratore”. Detta così, certo, non ci cascherebbe nessuno, ma fatto sta che il truffatore – perché di questo si tratta – conosce i nomi degli altri condomini, conosce il nome dell’Amministratore e tanti altri particolari, frutto del suo studio criminale, tanto che convincerebbe chiunque non avesse mai sentito di un siffatto raggiro.
Sappiamo bene com’è andata perché ieri il “signor” R.S., il truffatore cinquantunenne, peraltro pregiudicato con precedenti specifici, è cascato proprio male: nella casa a cui ha bussato, infatti, era presente il figlio della vittima designata, un poliziotto della Digos di Catania che, dall’interno dell’appartamento, ha percepito quanto stava avvenendo e “fiutando” aria di tranello è immediatamente uscito per agganciare il tecnico fraudolento che, però, è scappato pochi istanti prima.
Ma il danno era fatto: il volto del truffatore, infatti, si è stampato nella mente del poliziotto che ha immediatamente avvisato la Sala operativa della Questura da cui è stata diramata la notizia a tutte le Volanti di zona.
Gli uomini delle Pantere conoscono il territorio che vigilano, cercano di cogliere ogni particolare che possa avere una connotazione criminale e, soprattutto, ricordano le facce di quanti si macchiano di reati, in specie quelli di carattere fraudolento o predatorio.
È stato così che la morsa si è chiusa attorno a R.S. il quale, una volta individuato e messo alle strette, non ha potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità.
Il denaro sottratto, dall’esito della perquisizione personale, era nascosto in una scarpa del truffatore che, come previsto per legge, è stato denunciato in stato di libertà.
Tutti coloro che sono rimasti vittima di una truffa con un analogo modus operandi possono rivolgersi all’UPGSP della Questura di Catania, Ufficio Fermati, anche in caso si fosse già sporto querela, per effettuare un eventuale riconoscimento dell’autore del reato.
Purtroppo, invece, è andata bene alla donna di circa 25 anni che, con la scusa di recuperare un capo d’abbigliamento cadutole dal balcone, si è introdotta nell’abitazione di una persona anziana, in via Antonello da Messina: alla distrazione della vittima, infatti, è immediatamente scattata la razzia di quanto custodito nel cassetto di un comò.
Alla giovane delinquente, alla cui identificazione stanno già lavorando i poliziotti dell’U.P.G.S.P., il colpo ha fruttato ben 1.500 euro.
Ne diamo notizia soltanto per evidenziare come la strategia dei truffatori sia sempre in evoluzione e come i comportamenti più banali e spesso innocenti, possano celare insidie e seconde mire: diffidate di chiunque; non aprite mai la porta se non siete più che certi dell’interlocutore che vi sta bussando; accertatevi sempre telefonicamente (con l’amministratore di condominio, l’azienda del gas o della fornitura idrica, il 113, il 112, il 117, ecc.) della vera identità e qualifica della persona che avete dietro la porta di casa e, importante, ricordate di farlo prima di aprire l’uscio e mai, per nessun motivo, lasciate un estraneo da solo in casa vostra, nemmeno per pochi istanti.
Se vi trovate da soli, preferibilmente, evitate di far accedere chicchessia e, se proprio dovete, cercate di ottenere l’aiuto di un vicino di casa per capire realmente cosa stia succedendo.
E, come sempre, al minimo sospetto chiamate sempre il 113 o, come recita la campagna promozionale della Polizia di Stato, "Non siete soli #chiamatecisempre".