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Giovane nisseno si inventa rapina: denunciato dalla Squadra Mobile

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Aveva speso i soldi in un centro scommesse

Ieri 7 marzo, la Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà un giovane nisseno B. F. di anni 21, ritenuto responsabile di simulazione di reato. L'incauto giovane dopo aver sperperato duecento euro in un centro scommesse, non sapendo come giustificarsi con i genitori che gli avevano affidato il denaro per acquistare capi di abbigliamento, si è inventato di essere stato vittima di una rapina.

In particolare, la Sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile, nel tardo pomeriggio di giovedì 6 marzo, era intervenuta viale Trieste dove un giovane aveva segnalato di essere stato vittima di una rapina ad opera di tre soggetti di colore, i quali nella circostanza lo avevano pure picchiato facendolo ricorrere alle cure mediche, dopo avergli sottratto una somma di denaro pari a 225 euro. Si metteva in moto immediatamente la macchina investigativa degli uomini dell'antirapina nissena che setacciavano ogni minimo dettaglio, a cominciare dall'analisi dei sistemi di videosorveglianza della zona che permettevano di individuare il passaggio del giovane, non seguito però da alcun soggetto di colore. Condotto presso gli Uffici della Squadra Mobile, il giovane non riconosceva nelle foto segnaletiche mostrategli alcuno dei tre rapinatori, né sapeva fornire, incalzato dalle domande degli investigatori, descrizioni precise dei medesimi. Anche le pattuglie civetta subito sguinzagliate in città non rintracciavano soggetti di colore che insieme si aggiravano per quelle vie adiacenti il viale Trieste. Quindi, già da subito gli elementi raccolti facevano nutrire agli investigatori il dubbio che si trattava di un fatto anomalo, in considerazione che il modus operandi dei rapinatori, che era stato descritto dalla vittima, non coincideva con gli standard criminali consoni all'evento.

I sospetti divenivano realtà allorquando il denunciante, resosi conto di essere stato smascherato, e che era meglio dire tutta la verità, al fine di non peggiorare le cose, la mattina seguente si presentava in Questura raccontando di non aver mai subito alcuna rapina e che si era inventato tutto al fine di giustificare l'ammanco dei soldi che gli erano stati dati dai genitori per l'acquisto di alcuni capi di abbigliamento. Nel frangente B. F. narrava che avuto quel denaro,invece di andare a comprare i vestiti, veniva colto dalla frenesia del gioco, perdendo tutti i soldi in un centro scommesse. A quel punto si inventava la rapina credendo stoltamente di dare una giustificazione ai genitori.

Anche in questo caso gli uomini dell'Antirapina hanno fatto tempestivamente luce sul caso che aveva creato parecchio allarme sociale tra i residenti, scatenando anche qualche inutile commento razzista.


08/03/2014

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