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Permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale.

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stranieri

Siglato il rinnovo del Protocollo di Intesa.

Nell'ambito della collaborazione istituzionale che da anni la Questura di Cagliari promuove con le Associazioni e gli Enti che svolgono attività a favore degli immigrati nel territorio, questa mattina il Questore, Dottor Massimo Bontempi e la responsabile del Settore Recupero Schiavizzate della Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, hanno siglato il rinnovo del Protocollo di Intesa finalizzato a condividere in modo armonico le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale. I progetti portati avanti dalla Congregazione, condivisi e supportati dalla Questura, in particolare dall'Ufficio Immigrazione diretto dal Vice Questore Aggiunto Dr. Cosimo Bari, sono articolati in diverse fasi che vanno dal momento del primo contatto con le ragazze da parte dell'Unità di strada della Congregazione fino alla loro piena integrazione nella società passando per la formazione, il sostegno materiale, psicologico e morale, la formazione professionale, la semiautonomia e la completa autonomia, attraverso uno speciale programma di assistenza per le vittime dei reati previsti dagli articoli 600 e 601 del c.p. (misure contro la tratta di persone e la riduzione in schiavitù). La collaborazione diviene indispensabile, sia sotto il profilo investigativo (presentazione delle denunce e lotta allo sfruttamento) sia per l'ottenimento dell'autorizzazione al soggiorno, che consente alla vittima di uscire dalla clandestinità e di reinserirsi, a pieno titolo, nel contesto sociale, professionale e lavorativo. Il procedimento di rilascio del permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale consente allo straniero di sottrarsi alla violenza ed ai condizionamenti dell'organizzazione criminale affiancando al percorso giudiziario, quello "sociale", senza che uno influenzi l'altro, svincolando le motivazioni umanitarie dal contributo offerto in sede di indagini giudiziarie e pensato anche per quelle situazioni in cui la vittima del reato non è in grado di fornire un rilevante contributo alle indagini mediante concreti riscontri o particolari dettagliati per diverse ragioni tra le quali il fondato timore che alle proprie dichiarazioni possono seguire gravi ripercussioni per sé e soprattutto per la propria famiglia, rimasta nel paese di origine. Il Protocollo appena siglato prevede un sistema di supporto attraverso due binari: quello sociale e quello giudiziario, attivati il primo, attraverso una segnalazione della Congregazione all'Ufficio Immigrazione della Questura che dopo una serie di accertamenti e riscontri, anche degli organi investigativi, rilascia un permesso di soggiorno per motivi "umanitari", il secondo, attivato a seguito di richiesta direttamente fatta dallo straniero agli operatori di Polizia denunciando il suo stato di coercizione, che prevede in tal caso una segnalazione all'Ufficio Immigrazione da parte degli organi investigativi di tutti gli aspetti utili per il rilascio del titolo e per consentire che siano avviate le procedure di protezione sociale. La Congregazione, quindi, invierà alla Questura - Ufficio Immigrazione - il programma di assistenza e integrazione sociale e l'accettazione dello stesso da parte dello straniero. Solo nell'ultimo anno le unità di strada di Cagliari, la cui attività è quella di favorire l'emersione di casi di sfruttamento soprattutto sessuale, hanno effettuato quasi 800 contatti, per la maggior parte (oltre il 90%) si è trattato di donne nigeriane, seguite da quelle rumene, sud americane e italiane, e alcuni casi di cinesi russe e ghanesi.

I progetti portati avanti dalla Congregazione sono finanziati oltre che da fondi statali (Ministero delle Pari Opportunità) anche da contributi regionali e provinciali, il cui importo risulta purtroppo ancora insufficiente a coprire le esigenze connesse al recupero e inserimento sociale delle vittime dello sfruttamento tanto da far auspicare agli operatori della Congregazione un coinvolgimento più ampio della società civile e, in particolare, del settore imprenditoriale.


16/01/2013
(modificato il 20/03/2015)

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