Sarà ricordata nella storia dei cagliaritani e di tutti i sardi, la 364esima festa di Sant’Efisio che si è svolta ieri, 3 maggio, in questo particolare periodo di emergenza sanitaria.
Anche in questa occasione è stato intenso l’impegno delle donne e degli uomini della Polizia di Stato nello svolgimento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica, predisposti con l’Ordinanza del Questore di Cagliari, sulle direttive del Prefetto, che, coinvolgendo tutte le Forze di polizia e le Polizie Municipali, hanno consentito comunque lo “scioglimento del voto”, garantendo il distanziamento sociale e l’assenza di assembramenti, nel rispetto delle disposizioni finalizzate al contenimento della pandemia di COVID-19.
Per la prima volta in 364 anni è stata una festa senza la processione dei gruppi provenienti dalle diverse zone della Sardegna, vestiti in abiti tradizionali, senza le “traccas”, i carri addobbati a festa trainati dai buoi, ma soprattutto senza l’accompagnamento dei fedeli; molti di loro si sono affacciati ai balconi delle loro case, ligi al rispetto delle regole in vigore, adornati con drappi di velluto e icone sacre, senza rinunciare a “sa ramadura”, il tradizionale lancio di petali di rose al passaggio del simulacro del Santo guerriero, come segno di devozione della popolazione.
In un silenzio surreale, interrotto solo dalle sirene delle navi in porto, con cui tradizionalmente ogni anno viene rivolto il rispettoso saluto, il simulacro di Sant’Efisio, vestito a lutto, ha lasciato la piccola chiesa nel quartiere di Stampace e a bordo di un mezzo della Croce Rossa è stato trasportato fino a Nora, per la successiva celebrazione della Messa da parte dell’Arcivescovo, Mons. Giuseppe Baturi, e ha poi fatto rientro a Cagliari. Nel dispositivo di scorta e sicurezza del mezzo, presente anche la Polizia Stradale e i Nibbio, le pattuglie motomontate dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.
Così, anche quest’anno, nonostante la straordinarietà della circostanza, i fedeli hanno potuto sciogliere il voto a Sant’Efisio, fatto nel 1656 per aver liberato Cagliari dalla peste.