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Maracalagonis. Fermato dalla Polizia di Stato il presunto responsabile dell’omicidio di Giuseppe Pintore.

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Squadra mobile

Era il 6 marzo quando, verso le ore 09.20, in località Monteghidda, zona Riu Loi, PINTORE Giuseppe, classe 1940, veniva attinto mortalmente da due colpi di arma da fuoco, uno all’altezza del timpano sinistro e il secondo all’altezza della fronte. Nessun bossolo veniva rinvenuto.  Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Cagliari, nella persona del Sostituto Procuratore Dr. Emanuele Secci, e condotte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di individuare il presunto responsabile: MAMELI Salvatore, nato a Maracalagonis (CA) classe 1951, incensurato. Alla identificazione del MAMELI si è giunti attraverso una analisi minuziosa delle varie telecamere poste lungo il tragitto percorso dal PINTORE prima di essere ucciso. Le indagini dimostreranno la presenza all’interno dello stesso bar del PINTORE e del MAMELI, il quali ben si conoscevano e che il giorno dell’omicidio, verso le ore 8.30, facevano colazione insieme, rimanendo all’interno del bar per circa una mezz’ora, uscendo quasi contemporaneamente, il MAMELI per primo ed a seguire il PINTORE. Hanno percorso la medesima strada, una statale e poi una interpoderale con direzione Maracalagonis. Attraverso un esame analitico dei tempi di percorrenza, compiuto grazie alle telecamere, si notava che il MAMELI, a partire dall’incrocio tra la strada statale e la strada interpoderale anticipava di un minuto esatto il PINTORE, il quale si era fermato a parlare, a bordo della sua auto, con altro suo conoscente, che aveva incrociato con la macchina. Infatti, il MAMELI con l’ auto impiegava cinque minuti per fare una buon tratto della strada interpoderale, mentre il PINTORE, per fare il medesimo tratto di strada, impiegava quattro minuti. Nonostante tempi di percorrenza diversa, la telecamera ivi presente consentiva di riprendere il passaggio delle due auto a distanza immediata, quasi ad ipotizzare che il MAMELI avesse volutamente rallentato per attendere il PINTORE. A distanza di circa un centinaio di metri dal luogo ove venivano notate le due auto verrà consumato l’omicidio del PINTORE. In sede di escussione, il MAMELI ha reso dichiarazioni inattendibili circa i suoi movimenti il giorno dell’omicidio e contraddette da quanto emerso dai sistemi di videosorveglianza analizzati. Il MAMELI risultava regolarmente detentore di un’arma calibro 32. In sede di esame autoptico venivano repertate due ogive frammentate e riconducibili ad un calibro commerciale 7,65. Nel contesto della perquisizione, oltre a sequestrare l’arma cal.32, priva di munizioni, venivano individuati debitamente occultati all’esterno del balcone ed avvolti in un rotolo di carta quattro delle munizioni calibro 7,65 che l’arma calibro 32 può esplodere. La pistola cal. 32, infatti, carica regolarmente nr. 6 munizioni e risultavano mancanti,  pertanto,  due munizioni. La vittima è stata attinta da due colpi di arma da fuoco. L’accertamento immediato, operato da personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Cagliari, ha acclarato la perfetta compatibilità quanto a tipologia, dimensioni, peso e per l’impronta di crimpatura dell’ogiva estratta in sede di esame autoptico con l’ogiva estratta da una delle quattro munizioni sequestrate in sede di perquisizione.

Nella giornata di oggi, a seguito di udienza di convalida, il GIP del Tribunale di Cagliari ha emesso la misura di custodia cautelare in carcere nei confronti del MAMELI, il quale è stato condotto presso il carcere di Uta.


27/03/2020

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