Arrestato 33enne.
Ha fatto irruzione all’interno della sua abitazione, ha pestato sia lei che il suo fidanzato e a causa delle sue frequenti sortite sul luogo di lavoro della donna di cui si era invaghito, l’aveva fatta persino licenziare. L’ostunese M. C., di 31 anni, aveva trasformato in un incubo la vita di una straniera residente a Ostuni e del suo compagno. Ma grazie all’intervento dei poliziotti del commissariato di Ostuni l’odissea è finita. L’uomo nella giornata di ieri (30 maggio) è stato arrestato in regime di domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Brindisi , su richiesta del PM. L’ostunese, già noto alle forze dell’ordine, è accusato di stalking, minacce e lesioni personali aggravate, violenza privata e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Questa storia di soprusi e vessazioni ha inizio nell’estate del 2015, quando M.C. conobbe una straniera di cui si innamorò perdutamente, cominciando a corteggiarla con insistenza. Successivamente la donna si allontanò da Ostuni per ragioni familiari. Lo scorso marzo è tornata e l’uomo, che non l’aveva mai dimenticata del tutto, diede inizio all’assedio, avvicinandola in continuazione.
Nonostante il fermo e deciso rifiuto da parte della donna, l’indagato non desisteva dalle sue intenzioni, appostandosi sotto la sua abitazione, pedinandola lungo i tragitti da lei effettuati nel corso della giornata e piombando improvvisamente nei pressi o addirittura proprio sui luoghi da lei frequentati, facendo in modo che la sua fosse una presenza asfissiante ed ingombrante.
Le condotte persecutorie non cessarono neanche quando la vittima allacciò una relazione amorosa con un altro uomo. Questo, anzi, fece precipitare le cose. Da quell’istante in poi, infatti, lo stalker si fece ancora più opprimente. Ogni sera si appostava all’esterno dell’abitazione della malcapitata, chiedendo innumerevoli volte di poter entrare all’interno, suonando insistentemente al campanello, in particolar modo quando al suo interno si trovava anche il fidanzato della straniera.
Quest’ultimo, addirittura, in una circostanza venne inseguito, fatto cadere, preso a calci e pugni e colpito con un oggetto contundente alla testa (con una ferita lacero contusa al cuoio capelluto) mentre usciva dalla casa della fidanzata per rincasare.
Tutto questo perché aveva “osato” avvicinarsi alla donna che, a dire dello stalker, era e doveva essere solo sua e di nessun’altro, minacciando di “levarlo dalla faccia della terra” se solo avesse provato ad avvicinarla anche una sola altra volta e stessa sorte avrebbero avuto tutti quelli, nessuno escluso, che si fossero spinti anche fin solo a parlare con la vittima.
Questa, atterrita per l’incubo vissuto e terrorizzata dalla possibilità di vedersi piombare dinanzi da un momento all’altro l’uomo, non andava più a dormire senza aver messo le serrature di sicurezza a porte e finestre, temendo che lo stesso potesse introdursi all’interno da un momento all’altro. E in effetti così è stato, perché una sera il 33enne si arrampicò sul balcone, mandò in frantumi il vetro con un calcio ed entrò nell’abitazione, iniziando a toccare, abbracciare e tentare di baciare la malcapitata, che cercava di respingerlo con tutte le sue forze finché l’aggressore non fu costretto alla fuga dall’arrivo di una Volante del commissariato, allertato da un vicino che aveva sentito le urla disperate della vittima.
Una volta allontanatosi, però, Calò continuò a tempestarla di telefonate e messaggi minatori con cui “prometteva” i più cruenti mali all’indirizzo della donna e del suo attuale compagno, cui avrebbe continuato ad impedire di vivere serenamente. L’indagato cercava in tutti i modi di fare il vuoto attorno a loro, mettendo volutamente i due in cattiva luce coi proprietari di un locale in cui la donna svolgeva le proprie mansioni di cameriera.
E infatti a seguito delle innumerevoli scenate ed “improvvisate” fatte dallo stalker sul luogo di lavoro, la donna fu licenziata. In una situazione analoga versava anche il fidanzato, minacciato di continuo, in una circostanza anche con un coltello, affinché troncasse la relazione.
Ormai esausta di tutto quanto subito, delle violenze fisiche e psicologiche patite, la donna accettò di incontrare il suo aguzzino che, con scusanti di circostanza e di facciata, le aveva promesso che dopo quell’incontro l’avrebbe lasciata in pace, facendole vivere nuovamente la sua vita.
Ma purtroppo la vittima cadde in trappola. Perché non appena i due si incontrarono, M. C. iniziò a percuoterla con violenti schiaffi e pugni sul corpo e sulla faccia, la afferrò per i capelli, strappandole una ciocca, la strattonò, la scaraventò a terra e le sferrò due calci alle gambe. Solo l’intervento di alcuni passanti e le sirene in lontananza della Volante della polizia allertata per il violento pestaggio in strada indussero l’uomo ad allontanarsi, rendendosi momentaneamente irrintracciabile.
La vittima si recò nel mese di aprile in commissariato per sporgere denuncia, ricostruendo per filo e per segno quelle settimane all’insegna del terrore. Le indagini partirono immediatamente. Gli agenti hanno raccolto diversi elementi a supporto del racconto della donna. Una volta chiuso il cerchio, è scattato il provvedimento restrittivo e la malcapitata ha potuto così riappropriarsi della sua vita, uscendo dall’incubo.