Fermato il presunto autore.
Un brindisino di 50 anni è finito in galera per l'aggressione ad una coppia di giovani fidanzati, sorpresi mentre erano appartati nella nottata del 18 settembre lungo la costa nord della città, rapinati prima, e poi la ragazza sottoposta a violenza sessuale malgrado il tentativo disperato del compagno di strapparla dalla mani del malvivente.
La vicenda è rimasta avvolta da riserbo sino a stamani, quando la Squadra Mobile ha dato la notizia del fermo dell'uomo. Ma in realtà nei mesi scorsi ci sono stati casi analoghi di rapina e violenza sessuale ai danni di giovani brindisini, mentre erano appartati come le vittime dell'episodio del 18 settembre. E il sospettato è sempre lui, noto pregiudicato.
Il pm sulla base delle risultanze investigative della Sezione omicidi e reati sessuali della Mobile, ha emesso un provvedimento di fermo dettato dalla possibilità che l'uomo potesse colpire ancora, o sottrarsi alla giustizia. I reati ipotizzati sono quelli di rapina aggravata e violenza sessuale aggravata. L'aggressore aveva agito con il volto coperto da un passamontagna ed armato di pistola, ma le indagini hanno progressivamente portato gli investigatori in direzione del sospettato fermato qualche ora fa, dopo che le vittime ne hanno riconosciuto la voce, e soprattutto dopo il sequestro di oggetti ed indumenti che i due giovani avevano memorizzato e descritto.
Le attività di polizia scientifica avrebbero in seguito confermato le ipotesi circa la responsabilità del brindisino nel caso. Ed anche le giovani vittime hanno riconosciuto i reperti sequestrati e mostrati loro dagli investigatori della Squadra mobile come appartenenti alla persona che aveva commesso la rapina e la violenza sessuale. L'uomo del resto è uno che bazzica le località costiere per commettere reati. Il 28 giugno del 2013, ad esempio, assieme ad un complice pure di Brindisi era stato inseguito ed arrestato dall'equipaggio di una volante della questura, poco dopo un furto ai danni di due turisti di Bolzano, in località Specchiolla.
La polizia ora è al lavoro per raccogliere altre denunce e segnalazioni, che potrebbero trasformare i sospetti a carico dello stesso in un elenco ben più consistente del singolo episodio contestato per ora dal sostituto procuratore, e stabilire inoltre se vi sia anche almeno un complice coinvolto. La Squadra mobile ed il pm perciò, come hanno già fatto per le veloci indagini delle scorse settimane, continuano ad operare garantendo il massimo riserbo a tutela delle vittime già accertate, e di quelle che dovessero palesarsi in futuro