"Operazione Lealtà" della Digos.
Fin dal gennaio del 2012, una frangia di ultras era al corrente dell'intenzione di Antonio Flora di rilevare la Ssd Calcio Città di Brindisi (cosa che sarebbe poi accaduta nel marzo del 2013) e avrebbe proposto a due calciatori di giocare a perdere una partita della compagine biancazzurra nel campionato di Serie D, per danneggiare la proprietà dell'epoca e agevolare l'arrivo dell'imprenditore barese.
Questo è uno degli aspetti più sorprendenti (e inquietanti) che emerge dall'indagine condotta dai poliziotti della Digos sulla serie di minacce, intimidazioni, contestazioni e aggressioni che attanagliarono il calcio brindisino nel corso della stagione 2011-2012.
Nei giorni scorsi sono stati notificati sei avvisi di conclusione delle indagini ad altrettante persone che si presume abbiano giocato un ruolo in quelle travagliate vicende. Roberto Quarta, 44 anni, presidente del Brindisi fra l'estate e l'autunno del 2011, è accusato di violenza privata e tentata frode sportiva. Devono rispondere di tentata frode sportiva in concorso: Alessio De Iudicibus, 42 anni, noto ultras; Francesco Margherito, 37 anni, detto Lalla o Lallone, anche lui noto ultras; Savino Daleno, 40 anni, di Barletta, attuale consulente del Città di Brindisi, calciatore dell'Irsinese Matera all'epoca dei fatti; Massimo Pollidori, 28 anni, di Barletta, attuale calciatore del Brindisi. Francesco Galluzzo, 41 anni, detto Mulone, è indagato per minacce.
Nell'estate del 2011, venne fondata una nuova società sulle ceneri del Football Brindisi 1912, portato al fallimento dalla gestione Galigani-Pupino: la Ssd Calcio città di Brindisi. Il sodalizio venne rilevato da una cordata di imprenditori di cui facevano parte i brindisini Guido Sernicola, Giuseppe Roma e Roberto Galluzzo, oltre al foggiano Annino De Finis. C'era anche Roberto Quarta, ex calciatore, al quale venne affidato il ruolo di presidente. Si fece avanti pure Antonio Flora per l'acquisizione della neonata società. Ma le forze politiche di centrodestra e centrosinistra preferirono una soluzione brindisina.
Fin da subito emersero incomprensioni e gelosie fra i soci. Intorno alla compagine societaria si percepiva un clima di tensione, acuitosi dopo un inizio di campionato in cui la squadra, affidata a mister Gigi Boccolini, di certo non brillò per risultati. E' in questo contesto che si innestano i fatti passati al setaccio dalla Digos, con il fondamentale supporto delle deposizioni rese da tesserati e soci del club, riscontrate poi con le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza e dall'emittente televisiva Studio 100.