Controlli serrati della Squadra Mobile.
Scatta la trappola della polizia, e tre persone coinvolte in un grosso furto in corso nella zona industriale di Brindisi vengono bloccate con le mani nel sacco, anzi, nello stabilimento della Scandiuzzi, importante azienda veneta del settore metalmeccanico, che a Brindisi continua a mantenere un suo sito produttivo malgrado, al mese di gennaio del 2014 - quando ci occupammo per l'ultima volta delle razzie in quella fabbrica - abbia subito 30 furti in 17 anni.
Uno solo degli individui bloccati dal personale della Squadra mobile, impegnato nelle indagini sulla catena di furti che stanno colpendo numerose aziende del capoluogo, è stato arrestato: si tratta del sorvegliato speciale di 33 anni, che stava coordinato le operazioni di carico di componenti metalliche e attrezzi per un valore stimato di circa 10mila euro.
Per eseguire il furto, il gruppo aveva raggiunto la Scandiuzzi Steel Construction Spa con un autocarro dotato di braccio mobile con benna. Al volante uno dei due denunciati a piede libero. Il camion non è risultato rubato, ma in uso allo stesso soggetto che lo guidava. Quando sono intervenuti i poliziotti della seconda sezione della Mobile, erano già stati caricati 200 quintali di lastre, posizionatori, profilati, alberi bareni, attrezzi di vario genere.
Tutto sarebbe finito in uno dei canali di ricettazione dei metalli, alimentato dall'industria dei furti ai danni di aziende industriali della zona. Ma la polizia ha perquisito anche le abitazioni degli interessati, scoprendo in casa di Antonio Leo altra refurtiva proveniente dai furti ai danni dello stabilimento Scandiuzzi di viale Fermi. Una conferma che gli investigatori non avevano sbagliato pista concentrando l'attenzione sull'arrestato, il quale per ora deve rispondere di ricettazione e furto aggravato.