Operazione della Polizia di Stato di Brindisi.
Racket dei fiori al cimitero: sospeso dal servizio il postino infedele. La Polizia di Stato di Brindisi ha eseguito l'ordinanza di applicazione di una misura interdittiva che impone la sospensione del servizio per un mese a carico di un 57enne di Cellino San Marco, dipendente delle Poste Italiane, in servizio presso la sede di Brindisi, già indagato a piede libero e chiamato a rispondere, in concorso, di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, con l'aggravante di aver commesso il fatto approfittando della qualità di addetto al servizio delle poste.
Il provvedimento è stato firmato dal gip di Lecce, Annalisa De Benedictis, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Lecce, in seguito agli sviluppi del blitz che il 15 novembre scorso consentì agli stessi poliziotti della Digos della Questura di Brindisi che hanno condotto le indagini di sgominare un presunto gruppo criminale che avrebbe compiuto più azioni finalizzate a costringere una donna a cedere senza alcun corrispettivo a un pregiudicato brindisino (ritenuto personaggio di spicco della "Sacra Corona Unita") il contratto di concessione dell'immobile e la licenza relativa all'attività commerciale di vendita di fiori situata a ridosso del camposanto di Brindisi. In particolare tutti gli indagati avrebbero confermato in sede di interrogatorio l'episodio di soppressione di corrispondenza contestato.
Il predetto è accusato in concorso anche di aver fatto apporre falsamente la firma della commerciante vittima delle estorsioni sul modulo di ricezione di una raccomandata inviata alla negoziante dal suo compagno, con l'aggravante di aver agito allo scopo di agevolare l'organizzazione criminale e per far conseguire alla stessa un incremento delle proprie attività e del proprio patrimonio illecito. Gli accertamenti eseguiti presso gli uffici centrali delle Poste Italiane fatti dalla Digos hanno seguito l'iter seguito dalla raccomandata accertando che il postino si era appropriato indebitamente della citata raccomandata prelevandola in violazione dei criteri di assegnazione stabiliti dai regolamenti delle Poste Italiane. Durante l'attività di indagine, gli investigatori della Digos, utilizzando un escamotage, hanno inoltre fatto trasmettere all'indirizzo della vittima, una lettera raccomandata contenente solo un foglio bianco. I numerosi servizi di osservazione, di pedinamento ed appostamento effettuati dagli investigatori, hanno consentito di assistere alla sottrazione della corrispondenza da parte del pregiudicato e della compagna, che si sono poi impossessati della raccomandata apponendo una firma falsa. La raccomandata è stata poi sequestrata.