L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina per false patenti
La Squadra Mobile della Questura di Brescia, dava esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP, dott. Luca Tringali, nei confronti di 9 soggetti di origine indopakistana resisi responsabili di plurime condotte illecite relative ad associazione per delinquere, incendio, rapina, estorsione lesioni personali, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Venivano inoltre denunciate altre 10 persone in stato di libertà.
Le indagini, dirette dal sostituto Procuratore della Repubblica di Brescia dottoressa Lara Ghirardi e svolte anche con l'ausilio di intercettazioni, prendevano le mosse da una rapina avvenuta ai danni di un cittadino indiano, nei pressi di una sede d'esame per la concessione delle patenti avvenuto nel novembre del 2014. Da accertamenti successivi si è potuta ricostruire l'ossatura di un'associazione criminale interamente composta da soggetti di nazionalità indopakistana di etnia Sikh.
La rapina scaturiva dalla necessità del gruppo criminale di affermare la propria esclusiva preminenza nella gestione truffaldina degli esami per le patenti, le cui prove teoriche venivano fatte superare ai connazionali paganti tramite un sistema di radiotrasmittenti con il quale suggerivano agli esaminandi le risposte corrette.
In tale episodio violento, l'attore principale, con fare "mafioso", dichiarava le proprie generalità, asserendo il monopolio nel predetto mercato illecito.
L'effettiva pericolosità del gruppo criminale si evinceva in occasione del tentato omicidio con sparatoria in tangenziale avvenuto in data 30.11.2014, in cui la persona fermata da questa Squadra Mobile e ancora in carcere per tale reato risultava essere un accolito del sodalizio.
Dalle indagini emergevano inoltre gli altri interessi dell'associazione criminale. La Squadra Mobile riusciva infatti a ricondurre all'attività dell'associazione alcuni incendi dolosi di furgoni commerciali avvenuti sulla pubblica via ai danni di alcuni trasportatori di origine indopakistana avvenuti tra il settembre del 2014 e l'aprile del 2015 a Brescia ed a Mairano. Tali episodi erano riconducibili ad attività estorsiva, volta ad imporre una "protezione" del gruppo criminale nei confronti dei padroni delle ditte di trasporti, anch'essi connazionali. I reati venivano posti in essere intimidendo le vittime elencando i pregressi episodi, al fine di indurre una sorta di soggezione.
Durante l'attività d'indagine si è potuto constatare la ferocia impiegata dai membri dell'organizzazione nei confronti dei complici ritenuti pericolosi per il sodalizio stesso laddove questi ultimi volevano uscire dal gruppo criminoso o mettersi "in proprio". Sono stati documentati in particolare due casi.
Nel primo si evidenzia la caduta di un soggetto pakistano che pare essere stato membro del gruppo con funzioni elevate, in una vicenda che assume tutto il connotato della punizione e dell'umiliazione, anche pubblica, verso il capo decaduto. I nuovi capi dell'associazione nel maggio 2015 non esitavano infatti a incontrare quello che pare essere il vecchio capo e a riprendere col telefonino della vittima il violentissimo pestaggio che ha avuto come conseguenza più di 45 giorni di prognosi. A seguito di tale azione minacciano la vittima e la famiglia per farsi consegnare il "pin" del cellulare, ormai nelle mani degli aggressori, al fine di pubblicare su Facebook il video della punizione ricevuta. Minacciano inoltre di continuare le violenze, anche ai danni della fiorente attività di trasporti della vittima, se quest'ultima non avesse corrisposto ingenti somme di denaro a titolo di protezione.
In un secondo caso, nel maggio 2015, alcuni membri del gruppo non esitano a inviare una "soffiata" agli uffici di frontiera della Polizia di Stato in Piemonte al fine di far fermare un soggetto appartenente al gruppo criminale che, senza l'accordo con gli altri membri, stava organizzando viaggi di stranieri irregolari oltralpe. Il risultato fu il conseguente arresto dello stesso coi relativi festeggiamenti degli appartenenti al sodalizio. Si sono registrate inoltre violenze e minacce nei confronti dei c.d. "autisti" che effettuavano i viaggi in Francia e che si rifiutavano di reiterare tali condotte.
L'attività di favoreggiamento all'immigrazione clandestina risulta infine essere la più remunerativa per il gruppo criminale. La Squadra Mobile ha documentato ben nove viaggi tra la fine di marzo e l'inizio di maggio del 2015, in cui il gruppo trasportava in Francia stranieri irregolari sul territorio nazionale. I viaggi avvenivano trasportando i clandestini sulle tre auto a disposizione dell'associazione.
La forza dell'associazione si manifestava inoltre quando, a seguito di alcune denunce sporte da alcune vittime anch'esse indopakistane, i membri ponevano in essere violenze e minacce proprio al fine di far ritirare le denunce proposte.
L'associazione aveva anche nella disponibilità armi da fuoco, con le quali i sodali minacciavano le proprie vittime. Non a caso oggi è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere anche S.G., il quale è indagato per aver fornito il fucile ai due responsabili dell'omicidio dei coniugi Serramondi. Anche la conoscenza pregressa da parte della Squadra Mobile dell'ambiente criminale indopakistano ha permesso di risolvere brillantemente quel fatto di sangue.