"La Polizia in difesa delle donne"
Il 25 novembre ricorda il terribile assassinio delle tre sorelle Mirabal avvenuto durante il regime domenicano di Rafael Leonidas Trujillo nel 1960.
Dal 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha reso istituzionale questa giornata, invitando governi, organizzazioni e media a sensibilizzare la società sulla violenza.
Lo Stato italiano ha introdotto nel 2009 della legge antistalking e varato, nell'ottobre scorso, un'altra normativa (legge 15 ottobre 2013, n. 119) che rende penalmente più incisivi i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori.
Contiene, inoltre, strumenti di protezione e di tutela per interrompere catene persecutorie che possono arrivare fino alla follia omicida. Con il provvedimento, «le vittime di violenze non sono più sole».
Tre gli obiettivi centrati:
- Prevenire i reati;
- Punire i colpevoli;
-
Proteggere le vittime.
La violenza, è una responsabilità sociale da condividere per una cultura oltre le norme e per la quale è necessario il contributo di tutti, anche della figura maschile.
Ecco perché si rende necessario rinnovare l'attenzione e fornire una risposta efficace anche attraverso una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione che intendiamo effettuare partendo da questa giornata.
Dal primo gennaio ad oggi sono 200 (contro le 340 dell´intero anno precedente) le denunce presentate nel Bresciano da donne vittime di
violenza, fisica o psicologica.
La netta diminuzione è dovuta all´entrata in vigore e all´applicazione della Legge 119 del 2013, che ha introdotto istituti
innovativi ed efficaci per contrastare il fenomeno, in particolare l´ammonimento da parte del Questore, un deterrente contro la prosecuzione
del crimine perpetrato, utilizzato 55 volte nel 2014 contro le 33 del 2013.
A ciò vanno aggiunti, sempre ragionando sul corrente anno, i 117 procedimenti amministrativi
avviati. Chi ha messo in campo comportamenti aggressivi e pericolosi nei confronti del partner è convocato in un ufficio di polizia ed
è reso edotto sulle gravi conseguenze dei suoi comportamenti nel caso se venissero reiterati e contemporaneamente viene dato il via a
un´operazione di monitoraggio sull´autore e sulla vittima. L´effetto combinato delle due azioni sortisce spesso un effetto
risolutivo.
I dati e la loro spiegazione sono stati forniti ieri sera, nel corso di un incontro svoltosi nella sala conferenze della Questura, La polizia a difesa delle donne è stata anche
l´occasione per ascoltare due testimonianze dirette, portate da altrettante vittime.
Valentina, trentasettenne, ha raccontato la sua esperienza: Due anni fa ho conosciuto il mio futuro stalker, sembrava una persona interessata a me
e al mio bambino, è stato l´inizio di un lungo calvario, terminato con l´arresto del mio persecutore. Quanto vissuto le ha
fornito un insegnamento che condiviso con la platea: «Alle donne dico di non perdonare mai un marito o un compagno che le rende
vittime».
Ancora più toccante la storia condivisa da Tiziana, alcuni anni fa assoggettata a uno stupro di gruppo: «Dopo una festa di laurea io e
una mia amica accettammo un passaggio da tre ragazzi, due dei quali già conoscevo. Salita in auto mi resi conto che ero caduta in una
trappola». Dopo la denuncia e l´iter processuale arrivò una sentenza pesantissima, ai tempi considerata storica. «In
tribunale realizzai che quei ragazzi credevano di farla franca perché convinti che la vittima avrebbe trovato solo delle porte
chiuse», ha proseguito Tiziana. Così non andò, «se non avessi sporto denuncia, oggi non avrei una figlia e non condurrei
una vita serena».