E’ stata rintracciata dalla Squadra Mobile grazie ad una email inviata dal marito stesso
Nella tarda mattinata del 22 aprile 2014 personale di questa Squadra Mobile prendeva visione del contenuto di una e-mail, inviata all'U.R.P. della Questura, con la quale un cittadino pakistano residente in Francia segnalava il timore che la propria moglie, anch'ella pakistana, residente a Brescia con i propri familiari, fosse costretta a permanere in casa contro la sua volontà, per impedirle di ricongiungersi al marito.
La ragazza, di anni 26, da tempo residente in questo centro cittadino insieme ai genitori ed a tre fratelli, veniva effettivamente rintracciata presso l'abitazione familiare, in buone condizioni di salute.
Per quanto dalla stessa dichiarata, i congiunti non avevano riconosciuto il matrimonio con rito mussulmano che aveva contratto circa un mese fa in Francia, perché avrebbero voluto che sposasse un altro uomo, della medesima etnia, già in precedenza individuato. Per questo motivo, i familiari si erano preoccupati di ricondurla a Brescia e, per evitare che potesse ritornare dal marito, le avevano sottratto il telefono cellulare ed i documenti, tenendola di fatto controllata in ogni suo movimento.
Verificato che quanto dichiarato corrispondeva al vero, assecondando una pressante richiesta di aiuto formulata dalla donna, la malcapitata veniva collocata in una struttura protetta individuata con la collaborazione dei Servizi Sociali del Comune di Brescia, in attesa di consentirle di ricongiungersi al consorte.
In considerazione dei riscontri raccolti, i famigliari sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria in quanto ritenuti responsabili del reato di violenza privata.