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Operazione “Cappio sciolto”

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La Squadra Mobile di Brescia arresta due usurai

La Sezione Criminalità Organizzata di questa Squadra Mobile unitamente a personale del Centro Operativa DIA di Milano in data 5 febbraio 2014 ha dato esecuzione ad Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico di n. 2 soggetti, I. G. del 1966 e L. A. del 1968, imprenditori di origine calabrese dimoranti rispettivamente sul lago di Garda e nell'Ovest Bresciano, responsabili di usura nei confronti di alcuni imprenditori Bresciani e Vicentini.

L'indagine trae spunto dalla richiesta di aiuto della moglie di un imprenditore la quale riferiva che il marito era vittima di un episodio di usura.

Nella denuncia la donna raccontava che il marito, socio in uno studio di progettazione, con sede nella zona del Garda, trovatosi in difficoltà a seguito della crisi economica, e non riuscendo ad ottenere il finanziamento dagli Istituti di credito, si era rivolto ad un imprenditore calabrese dimorante sul lago di Garda conosciuto per motivi di lavoro, dal quale si era fatto prestare somme di denaro, pattuendo in cambio la corresponsione di interessi mensili pari al 50% della somma inizialmente elargita.

In particolare a fronte del prestito di 50.000,00 € la parte offesa nel giro di pochi mesi, ovvero da luglio a novembre ne aveva restituiti come interessi più del doppio, tanto da essere stata costretta a corrispondere la somma di circa 107.000,00 €, senza però riuscire ad estinguere il debito.

La vittima successivamente confermava le dichiarazioni rese dalla moglie spiegando nel dettaglio il meccanismo posto alla base del finanziamento, ovvero che a fronte del prestito di denaro il medesimo era costretto a rilasciare un assegno bancario a garanzia del capitale erogato, più un secondo assegno a garanzia degli interessi, di importo pari al cinquanta per cento del prestito ottenuto.

Alla scadenza, ossia dopo 30 giorni, qualora non fosse riuscito a restituire il prestito, l'accordo prevedeva il pagamento degli interessi, e quindi il rilascio di un nuovo assegno per i nuovi interessi, mentre il primo assegno rimaneva sempre nelle mani dell'usuario il quale poteva porlo all'incasso in qualunque momento, con effetti nefasti per l'attività economica dell'usurato.

L'attività di indagine, che si è sviluppata grazie alla denuncia ed alla fattiva collaborazione delle parti offese, ha consentito di individuare anche altri imprenditori, due dei quali con attività economiche in provincia di Vicenza, ai quali erano stati concessi prestiti con le medesime modalità.

La complessa attività investigativa, supportata anche da presidi tecnologici, i cui elementi di riscontro sono stati puntualmente verificati attraverso mirate attività di o.c.p. e da accertamenti bancari, ha permesso di far emergere i ruoli anche di altri soggetti calabresi che, per conto degli arrestati, partecipavano alle attività di intimidazione nei confronti degli imprenditori usurati.

Da ultimo si segnala che nell'ambito delle attività di prevenzione delle infiltrazioni nel tessuto socio economico di questa Provincia, erano già state segnalate all'ufficio competente le aziende riconducibili agli arrestati, a carico delle quali era stato emesso provvedimento di interdittiva Antimafia ex art 10 drpr 252/98 emessa dalla Prefettura di Brescia


18/02/2014

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