Inizia il nuovo anno scolastico; 20.000 alunni porteranno con sè il nuovo diario per una vita migliore
"La partita della vita è fatta di regole e se vogliamo vincerla dobbiamo fare di tutto per rispettarle". E´ con queste parole che il
Questore di Brescia Luigi De Matteo si è presentato ai 550 alunni che, all´auditorium Balestrieri dell´istituto Leonardo, hanno
partecipato lo scorso 29 maggio alla presentazione dell´edizione 2013/2014 del "Diario per una vita migliore".
Il progetto, nato 11 anni fa per volontà dell´associazione "Per una vita migliore" con la collaborazione della Questura, della
Provincia e del Comune di Brescia, oltre che dell´Accademia di Belle arti Santa Giulia e dell´Ufficio scolastico Territoriale, in
questo decennio è entrato nelle scuole italiane, e in particolare in quelle bresciane, per «educare i ragazzi alla legalità -
ha spiegato il suo ideatore, nonché collaboratore tecnico della Polizia di Stato Domenico Geracitano - per far capire loro
l´importanza del rispetto delle regole e il valore che hanno nella quotidianità di ogni individuo».
Già, perché le tragedie, gli incidenti stradali , gli atti di violenza e di bullismo e in generale i comportamenti devianti
«non nascono dal nulla - ha ricordato il questore - ma si costruiscono nel tempo con il progressivo sgretolarsi del rispetto delle
regole».
PER QUESTO motivo De Matteo ha avvertito, «la repressione da parte delle forze dell´ordine non può essere l´unico
strumento per disincentivare un individuo dal commettere un reato, serve invece che ogni soggetto, istituzionale e non, si senta responsabile della
sicurezza e partecipi attivamente per formarla, accrescerla e garantirla». Ed è proprio sul valore della formazione che
l´assessore provinciale all´Istruzione Aristide Peli e la direttrice dell´Ufficio scolastico Territoriale, Maria Rosa Raimondi,
hanno voluto far ragionare i ragazzi: «Nessuno può fare nulla al vostro posto, siete e sarete sempre voi gli artefici di scelte giuste
o sbagliate e delle conseguenze che portano con se - hanno sottolineato - e che vi troviate nel mondo reale o in quello virtuale di web e social
network, le regole da rispettare sono le stesse, senza eccezioni».
Oggi infatti le minacce non appartengono più solo al mondo reale, alla quotidianità di scuola, lavoro e codice stradale, ma arrivano
anche da internet, un contenitore di informazioni, immagini e parole tanto affascinante quanto pericoloso. «Internet è uno strumento
molto importante ma come ogni strumento ha le proprie regole ed è un dovere rispettarle - ha chiarito l´ispettore superiore della
Polizia Postale di Brescia, Davide Costa -. Sempre più spesso in questi anni riceviamo denunce per l´uso scorretto della propria
identità virtuale, ciò genera un senso di insicurezza e mette il soggetto in pericolo».
L´ISPETTORE Costa ha ricordato inoltre ai ragazzi che «ciò che entra nella Rete, resta nella Rete e produce conseguenze, a
breve, medio e lungo termine». Nella percezione comune infatti, chi commette reati sul web, la maggior parte dei quali riguarda furti
d´identità, truffe e diffamazioni, li considera meno gravi rispetto a quelli compiuti nella vita reale. «Nulla di più
falso - ha avvertito Costa - anzi, il fatto che tutto ciò che viene scritto, postato o pubblicato, rimanga "intrappolato" in Rete aumenta
l´incidenza delle conseguenze collegate a quel reato».
Al termine della mattinata, gli studenti sono stati omaggiati con le nuove edizioni del Diario e del Notes per una vita migliore, ma anche con il
libro sul cyber-bullismo "Gli amici virtuali", scritto da Domenico Geracitano con la collaborazione del collega Davide Costa, e delle studentesse
Jessica Tinini e Simona Pilato . L´idea nasce proprio dalla consapevolezza dei rischi che oggi i giovani corrono ogni volta che navigano in
Rete.
IL LIBRO è rivolto tanto agli adulti quanto ai ragazzi. «Ai primi perché capiscano che "sicurezza web" non significa solo
proteggere i propri figli dalla Rete, ma anche controllare che non si trasformino loro stessi in carnefici, magari vessando in continuazione un
compagno e pubblicando le foto compromettenti di un´amica - ha spiegato Geracitanio - e ai secondi perché si rendano conto che
internet non è il luogo dove si può fare e dire tutto, tantomeno quello che non farebbero mai nel mondo reale».