Si faceva chiamare “il boss”
Sembrava una lite scoppiata in una notte d´estate tra stranieri al Parco Gallo di Brescia Due. Una lite per una
bicicletta rubata a una donna, che il suo ragazzo voleva indietro. Era finita con due feriti: una giovanissima marocchina in ospedale con un
timpano rotto per i pugni ricevuti e un suo connazionale in ospedale con una profonda ferita all´addome, accoltellato. Era stato salvato dai
medici in sala operatoria.
«È stato "il boss"», aveva detto alla polizia la giovane, e lo avevano confermato altri marocchini che gravitano nel parco,
frequentato anche da chi spaccia droga o si prostituisce. Presenze scomode per i residenti del quartiere.
«Il boss» è un marocchino e ora si trova in carcere. Ad arrestarlo è stata la polizia, con l´accusa di tentato
omicidio e di rapina. È stata una sorpresa scoprire che il ragazzo è uno studente di Ingegneria fuoricorso, arrivato a Brescia anni
fa grazie a una borsa di studio e protagonista di aggressioni e minacce verso i compagni. Un arrogante, sospettato anche di spacciare nel
dormitorio per studenti in cui ha alloggiato prima di essere allontanato.
L´aggressione risale alla tarda serata del 22 luglio. Il marocchino che ha
32 anni aveva intimato alla connazionale diciottenne di dargli la sua bici sostenendo, senza prova, che gli era stata rubata. Al rifiuto
l´aveva colpita a pugni per poi impadronirsi della due ruote.
La ragazza non si era persa d´animo e aveva telefonato ad un amico marocchino di 42 anni, chiedendogli aiuto. Il «soccorritore»
era arrivato in bicicletta e subito aveva cercato il rapinatore. Dopo pochi minuti era sbucato da un boschetto barcollando e comprimendosi il
ventre con le mani per tamponare una ferita.
Prima di essere soccorso aveva pronunciato quel soprannome, «il boss», grazie al quale la Squadra Mobile è risalita allo
studente di ingegneria che per due anni è stato ospite negli alloggi di via Valotti, fino a quando, un mese fa, non è stato
allontanato dal rettore per «episodi di disturbo, furti e spaccio segnalati anche al Commissariato Carmine» .
Il 20 luglio «il boss» si era presentato al campus con un coltello costringendo uno studente a consegnargli shampoo e asciugamano.
Voleva fare la doccia. La Polfer l´aveva fermato il 24 luglio nella sala d´attesa alla stazione: alcuni giorni prima era sul treno in
costume e senza biglietto.