Un agente della Squadra Volante mentre transitava, il 14 luglio sera, nei pressi di via Ferri, ha udito grida d’aiuto lanciate da un passante che segnalava un uomo posizionato sul ponte, sotto al quale scorre un torrente che termina nel fiume Mella, teatro di diversi episodi di tentativi di suicidio. Il poliziotto si è precipitato sul posto trovando un bresciano di 43 anni che, in condizioni di alterazione psicofisica, aveva scavalcato le protezioni ed era pronto a lanciarsi da un’altezza di circa 10 metri nel torrente sottostante. Una volta contattata la sala Operativa della Questura per chiedere ausilio, l’agente si è aggrappato al busto dell’uomo, cercando di portarlo con forza dall’altra parte della recinzione, ricevendo un pugno in volto dall’uomo che tentava di liberarsi dalla presa, esclamando frasi risolute sulle sue intenzioni suicide.
Il giovane agente non ha desistito e non ha mollato la presa, nonostante la posizione precaria in cui si trovavano ed il dimenarsi violento del 43enne che, sbracciando e proferendo frasi sconnesse su un litigio, ha poi improvvisamente perso conoscenza. Il poliziotto, procurandosi escoriazioni per la folta vegetazione, ha tolto l’uomo dal ciglio del ponte e lo ha posto in strada, togliendolo definitivamente dal pericolo.
Durante l’attesa dell’ambulanza, si è avvicinato un italiano che ha raccontato di avere poco prima discusso per futili motivi con l’uomo che già in passato aveva cercato di suicidarsi.