Nella notte di Capodanno, la Polizia di Stato è intervenuta presso il reparto di neurochirurgia dell’Istituto ospedaliero Fondazione Poliambulanza, in seguito al ferimento del 28enne B.I., originario del Montenegro, ricoverato in prognosi riservata per l’esplosione di un petardo che lo aveva colpito in volto.
Ai poliziotti giunti in reparto è stato riferito che il petardo esploso era stato acquistato nella mattinata di quello stesso giorno e che la vittima aveva predisposto con un suo amico un mortaio artigianale. Questo sarebbe stato utilizzato la sera, alle 23 circa, per fare esplodere l’artifizio pirotecnico provocandone, tuttavia, l’esplosione sul volto del montenegrino. Il mortaio è stato poi consegnato presso gli uffici della Questura: al suo interno i poliziotti hanno potuto rinvenire un residuo dell’etichetta del petardo con indicazioni sulla fabbricazione.
L’attività e gli accertamenti conseguenti al ferimento dell’uomo condotti dalla Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, dall’U.P.G.S.P. e dalla Squadra Mobile della Questura di Brescia hanno permesso di individuare il soggetto cedente il materiale pirotecnico, un 40enne di Ospitaletto che per tale vendita non era abilitato. E’ stato accertato che il petardo appartiene alla categoria F4, che comprende fuochi d’artificio che presentano un rischio potenziale elevato e che sono destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche.
Il 40enne di Ospitaletto è stato indagato per cessione illecita di materiale esplodente, per lo specifico reato previsto per la vendita o la cessione di fuochi di categoria F4, indicato nell’ articolo 33 del decreto legislativo 123 del 2015.
Contemporaneamente, sono state effettuate a Ospitaletto e a Rezzato perquisizioni finalizzate alla ricerca di fuochi della stessa tipologia. Sequestrati a carico di un vicino della vittima, 30enne Italiano, altri 5 artifizi pirotecnici della stessa categoria che il montenegrino aveva a lui consegnato.
I medici hanno sciolto la prognosi per il montenegrino 28enne che mostra progressi nella guarigione.
La vicenda dimostra, ancora una volta, il rischio che si corre con l’acquisto di fuochi d’artificio proibiti che richiedono speciali abilitazioni in virtù della loro pericolosità.