Nei giorni scorsi, durante il servizio di controllo del territorio in via Contini, il personale di una pattuglia della Squadra Volante della Questura notava un uomo dal fare sospetto, con guanti alla mani e uno “scaldacollo” alzato sul volto a coprire parzialmente il viso fino agli occhi. I poliziotti decidevano di seguire la persona mantenendosi, con l’auto di servizio, a debita distanza. L’uomo, camminando speditamente sul marciapiede, controllava i davanzali degli appartamenti nei condomini. Nel suo avanzare finiva con l’accorgersi della pattuglia e come reazione rallentava il passo e si sfilava dal volto lo “scaldacollo”, come per rendersi meno sospetto. Gli operanti della pattuglia decidevano , a quel punto, di sottoporre l’uomo ad un controllo di Polizia. Alla richiesta di un documento, il sospetto si dava a precipitosa fuga a piedi.
Uno dei due poliziotti cominciava ad inseguirlo, mentre l’altro, alla guida della Volante, percorreva la stessa via per bloccare la fuga dell’uomo che decideva, a quel punto, di scavalcare la ringhiera del cortile di un’abitazione, dove, però veniva raggiunto. Perquisito, gli si trovava nella tasca del giubbotto un grosso cacciavite. Il soggetto, X.A. nato in Albania nel 1979, inoltre, dai controlli risultava avere fatto reingresso illegale sul territorio, motivo per il quale veniva trattenuto presso gli Uffici della Questura per essere sottoposto la mattinata successiva al rito direttissimo.
L’uomo si mostrava poco collaborante, negando di avere un domicilio a Brescia, affermando di essere sposato con una donna rumena che però si trovava in patria.
Un accurato successivo controllo del portafogli personale, però, permetteva di rinvenire una ricevuta di pagamento dell’affitto di un appartamento in Brescia.
Presso l’appartamento in questione era presente la donna rumena moglie dell’uomo. In tale appartamento i poliziotti procedevano poi ad effettuare una perquisizione. Occultato sotto ad uno stipite della porta d’ingresso dell’appartamento, veniva trovato un rotolo di banconote per un valore di circa 3400 euro, in un cellophane una parure di gioielli in oro ed un’altra catena d’oro. In un vano del sottotetto, occultati tra alcuni abiti, venivano rinvenuti numerosi strumenti da scasso, tra cui un “piede di porco”, chiavistelli e tenaglie.
Tra gli oggetti, probabilmente trafugati, anche due computer portatili, alcune penne, orologi e altri gioielli di vario genere. L’uomo Albanese è attualmente in carcere.
Chi dovesse riconoscere valori di sua proprietà di cui ha subito il furto e ha sporto regolare denuncia, potrà presentarsi presso la Questura in particolare presso l’Ufficio Denunce.