Alle 17.30 circa del 13 settembre 2016, tre soggetti armati e travisati con passamontagna, aggredivano L.A., orologiaio 70enne in pensione, nel momento in cui lo stesso stava parcheggiando la propria autovettura nel garage condominiale di un signorile palazzo di via Corsica in citta’.
I tre immobilizzavano il pensionato faccia a terra legandogli i polsi con nastro da pacco e lo tenevano per lunghe ore in quella posizione, costantemente vigilato da almeno uno dei tre. Una volta appropriatisi di un prezioso Rolex e delle chiavi dell’appartamento della vittima, due dei malviventi salivano nell’appartamento razziando quanto immediatamente reperibile.
Nell’appartamento i rapinatori trovavano una grossa cassaforte ma non reperivano le chiavi: le percosse alla vittima non servivano a farsi consegnare le chiavi del forziere (del peso di circa 500 Kg) poiche’ l’anziano le aveva recentemente affidate a persona di sua fiducia.
Dopo lunghe insistenze i malviventi si determinavano a trasportare la pesante cassaforte utilizzando un carrello (in seguito sequestrato dalla Polizia intervenuta) fino alla vettura del 70enne con cui i rapinatori lasciavano, poco prima di mezzanotte, l’abitazione della vittima. La cassaforte conteneva alcuni monili e la somma di euro 25.000 in contanti.
Una volta allontanatisi i rapinatori, L.A. riusciva con fatica a liberarsi le mani e a chiedere aiuto. Intervenivano immediatamente sul posto ambulanza e Squadra Volante della Questura.
Le indagini si presentavano da subito estremamente difficili in considerazione del fatto che la vittima non era in grado di identificare gli esecutori materiali che agivano travisati.
L’intervento della Polizia Scientifica sia sul luogo del reato che sul luogo di ritrovamento (a Mazzano - Bs, alcuni giorni dopo) dell’autovettura asportata alla vittima, non consentiva di trovare tracce utili all’identificazione dei rapinatori che, dalla denuncia della parte offesa, agivano indossando guanti in lattice.
Indagando sulle frequentazioni della vittima alla ricerca di un “basista” ed esaminando meticolosamente le immagini delle telecamere di videosorveglianza e di controllo del traffico della zona nonche’ il traffico telefonico delle celle interessate dall’evento criminoso, la Sezione Antirapina individuava una pista su cui indagare ed alcuni sospettati di origini albanesi con precedenti penali specifici.
L’attivita’ investigativa veniva coordinata dalla dr.ssa Erica Battaglia della Procura della Repubblica di Brescia che autorizzava l’intercettazione delle conversazioni telefoniche e “fra presenti” dei sospettati. L' attivita’ di captazione, opportunamente “stimolata” dagli uomini della Squadra Mobile, portava ad assumere gravi indizi di colpevolezza a carico degli autori dell’efferato delitto (nonche’ ad evitare ulteriori rapine che questi stavano pianificando).
Il timore di un imminente arresto determinava K.V., Albanese clandestino di 23 anni, a lasciare il territorio nazionale, ma i poliziotti dell’Antirapina della Questura lo fermavano, con bagaglio e biglietto aereo per la Germania lo scorso martedi’ 15 giugno, all’aeroporto “Il caravaggio” di Orio al Serio (Bg).
Simultaneamente, i poliziotti fermavano un secondo rapinatore, H.E., Albanese clandestino di 24 anni, con precedenti specifici per rapina, rintracciato presso un bar di Rezzato (Bs).
I gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico dei due Albanes fermati ed il pericolo di fuga determinato dalla condizione di clandestinita’ inducevano l’Autorita’ Giudiziaria a disporre per entrambi la custodia cautelare in carcere. K.V. e’ rinchiuso a Bergamo e H.E. a Brescia Canton Mombello.
Per i delitti commessi sono previste pene particolarmente severe (per la sola rapina da un minimo di 4 anni e sei mesi a 20 anni) in considerazione, in particolare, delle aggravanti previste per avere commesso il fatto in abitazione e ai danni di persona ultrasessantacinquenne.
I rapinatori dovranno rispondere anche del reato di sequestro di persona avendo limitato per diverse ore la liberta’ della vittima.
La notizia del fermo veniva data con un certo ritardo, dovendo acquisire nel frattempo ulteriori elementi probatori a carico delle altre persone (il terzo esecutore materiale, il basista e altri concorrenti).