Arresto per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio
Giunta alla sala operativa della Questura una chiamata per lite in atto in presenza di minori, i polizotti della Squadra Volante prontamente giungevano sul luogo.
La telefonata in sala operativa era stata effettuata dal figlio maggiore della coppia che litigava. Ad avvertirlo era stata la sorella che stava assistendo alle percosse che il padre, albanese , K.A, del 73, infliggeva alla moglie.
La moglie, sconvolta e dolorante, veniva consegnata agli operatori del 118 subito chiamati dagli stessi polizotti. La donna, che aveva ancora vicino a sé la cintura usata dal marito per picchiarla, riferiva poi che il coniuge ultimamente era senza lavoro e spesso si trovava in preda ad allucinazioni, “come se facesse uso di qualcosa”.
La casa era piena di farmaci e di integratori proteici, sia in polvere che liquidi.
I poliziotti, al fine di accertare la presenza di figli minori in casa, decidevano di controllare le varie stanze della casa. Nella camera da letto da cui era uscito il K A. all’arrivo della Polizia saltava all’occhio, sopra il comodino, la presenza di un piatto con residui di polvere bianca, cocaina, una tessera del supermercato sporca anch’essa di polvere bianca, una lametta da barba, un bilancino di precisione ed, infine, un involucro contenente cocaina (circa 21 grammi). Partendo da questo importante indizio, si procedeva dunque alla perquisizione dell’intera abitazione. Tra la biancheria da donna, in un cassetto, era nascosto materiale “da taglio”. In un cassetto in sala erano nascosti due bilancini di precisione, un altro bilancino in cucina, accanto ad una tazzina contenente polvere pressata, altra sostanza “da taglio”. Estendendo il controllo alle pertinenze dell’abitazione, i poliziotti raggiungevano anche la cantina dove trovavano, nascosti, tre involucri di Marijuana, con un peso di circa kg 1.7. Per lui l’arresto, convalidato nelle scorse ore.
Il figlio maggiore, l’autore della telefonata al numero di emergenza, si era allontanato dal nucleo famigliare proprio per i comportamenti violenti del padre. In casa con i genitori erano rimasti i due fratelli minori: una di 16 anni e il piccolo di 8 anni. Interrotti i rapporti col padre, il maggiore continuava a telefonare quotidianamente alla madre per accertarsi delle sue condizioni. Proprio nelle giornata del fatto, qualche ora prima, era stato contattato dal padre, ma una volta arrivato in casa era stato aggredito.