La zona di una ex fabbrica di Brescia, in via Milano, era diventata una delle principali piazze di spaccio della città, nella quale si smerciava un po’ di tutto, ma in particolare eroina.
Con l’operazione “Salto nel buio” la Squadra mobile bresciana ha tolto dalla zona un bel numero di spacciatori: sei sono finiti in carcere, ad un altro è stato notificato il divieto di dimora, mentre altri otto sono attualmente ricercati.
L’attività investigativa, alla quale hanno preso parte il Reparto cinofili e un elicottero del Reparto volo di Milano, insieme al Reparto prevenzione crimine “Lombardia”, ha preso il via dopo alcuni decessi causati da overdose di eroina acquistata proprio in quella zona.
Una svolta importante dell’indagine è stato il ritrovamento di due involucri contenti sostanze stupefacenti e un telefono cellulare. La presenza del materiale nei pressi di via Milano, era stata segnalata alla questura da una donna il 5 ottobre dello scorso anno, dopo che nella zona era stato soccorso uno straniero, trovato a terra con il volto sanguinante.
L’indagine ha evidenziato come i locali della ex fabbrica fossero diventati luogo di riparo di senza tetto e tossicodipendenti, posto perfetto di ritrovo per spacciatori e acquirenti provenienti anche da altre province.
Ore di appostamenti, intercettazioni telefoniche e monitoraggio della zona con telecamere di videosorveglianza, hanno consentito agli investigatori di documentare 290 cessioni di droga, complessivamente circa 8 chili e mezzo di eroina, uno di cocaina e due di hashish, per un valore approssimativo di 150mila euro.
Un altro dato importante emerso dall’indagine è stato il volto del “grossista” di eroina, che riforniva tutti i pusher della zona; si tratta di un 40enne straniero con numerosi precedenti per spaccio, ed è uno degli arrestati di questa mattina.
Nel corso dell’attività operativa sono stati anche sequestrati 1,6 chili di eroina, 50 grammi di cocaina e 150 di hashish.
Per comunicare con gli spacciatori, i clienti utilizzavano un codice particolare, nella speranza di non destare sospetti in caso di intercettazione. Per esempio la cocaina era “latte”, mentre i grammi richiesti erano minuti, quindi un messaggio tipico poteva essere: ”Un litro di latte tra 5 minuti” per una richiesta di 5 grammi di cocaina.