La Polizia di Stato in questi ultimi anni, attraverso la collaborazione tra la Questura di Brescia e la Sezione bresciana della Polizia Postale e delle Comunicazioni è sempre più impegnata nel diffondere l’uso consapevole del web. Oggi, la rete rappresenta una delle occasioni più importanti se non unica per tutti noi, in termini di conoscenza, ma questa condivisione della cultura e della conoscenza non deve diventare, invece, pericolosa nel momento in cui utilizziamo il web per devianze che non sono assolutamente sopportabili.
A tal proposito, la Polizia di Stato ha ultimato gli incontri scolastici concordati con l’Ufficio Scolastico Provinciale, a cui hanno fatto richiesta 123 istituti scolastici bresciani, ben 73 plessi scolastici visitati.
Durante tali incontri diverse sono state le segnalazioni relative al fenomeno del “gioco” al suicidio, tra bufale e verità, la locale sezione della Polizia postale unitamente alla 3^ sezione di questa Squadra Mobile è al lavoro per monitorare la Rete per verificare realmente l’impatto che la Blue Whale ha nel nostro Paese, e quanto il disagio giovanile sia rilevante per l’espandersi di tale fenomeno social.
Le prime indagini, anche in ambito nazionale, hanno accertato la crescita delle segnalazioni, molte delle quali collegabili a semplici casi di emulazione.
Quest’ultima rappresenta una situazione altrettanto rischiosa poiché, molti ragazzi, o incuriositi dalle prove, vogliono parteciparvi.
Al momento gli specialisti della Postale stanno verificando la consistenza di 40 denunce, anche al fine di individuare eventuali responsabili che possano indurre minorenni a compiere atti di autolesionismo o finanche tentativi di suicidio attraverso l’uso di canali social e app.
In Italia al momento a differenza della Russia dove la Blue Whale è nata, non è stato individuato alcun “tutor”, figura principale che imporrebbe specifiche condotte ai ragazzi coinvolti.
La Polizia postale sul portale online http://www.commissariatodips.it , ha predisposto una stanza virtuale per illustrare i pericoli emergenti in Rete, agevolare le segnalazioni attraverso la compilazione di uno specifico form e sensibilizzare gli utenti all’adozione di idonee contromisure strutturate, anche grazie all’ausilio specialistico di psicologi della Polizia di Stato.
CONSIGLI PRATICI
PER I GENITORI
• Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in Rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno;
• Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno-veglia: alcuni livelli della sfida prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4,20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste;
• Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla Balena Blu-Blue Whale parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi” per i ragazzi sia determinante;
• Indurre qualcuno a compiere azioni dolorose e pericolose, così come dichiarare emergenze che non esistono, può essere reato: quello che sembra uno scherzo può diventare un rischio grave per chi è fragile o troppo giovane;
• Se vostro figlio sta passando un periodo di forte fragilità, non esitate a confrontarvi con gli specialisti che lo seguono, chiedendo loro quali strategie potete adottare per ridurre il rischio che si lasci coinvolgere nella sfida Blue Whale;
• Se vostro figlio vi racconta che c’è un compagno che partecipa alla sfida Balena Blu-Blue-Whale, non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale, o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo in pericolo recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti cliccando qui.
CONSIGLI PRATICI
PER I RAGAZZI
• La sfida del Blue Whale non è un gioco né una prova di coraggio, è qualcosa che attraverso i social può far leva sulla fragilità di alcuni bambini e ragazzi, inducendoli a mettersi seriamente in pericolo: non contribuire a diffondere questo rischio;
• Nessuna sfida con uno sconosciuto o con gruppi di amici sui social può mettere in discussione il valore della tua vita: segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita cliccando qui;
• Ricorda che anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale, non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te;
• Non credere che pressioni a compiere prove sempre più pericolose siano reali: chi minaccia te o la tua famiglia vuole dimostrare di poterti comandare, non lasciarti ingannare;
• Se conosci un coetaneo che dice di essere una Blue Whale parlane subito con un adulto: potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica, di una suggestione e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza;
• Se qualcuno ti ha detto di essere un “curatore” per la sfida Blue Whales sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi: parlane con qualcuno di cui ti fidi e segnala subito chi cerca di manipolare e indurre dolore e sofferenza ai più piccoli cliccando qui;
• Se sei stato aggiunto a gruppi whatsapp, Facebook, Istagram, Twitter o altri social che parlano delle azioni della sfida Blue Whale, parlane con i tuoi genitori o segnalalo subito cliccando qui;
• Indurre qualcuno a compiere azioni dolorose e pericolose così come dichiarare emergenze che non esistono può essere reato: quello che sembra uno scherzo può diventare un rischio grave per chi è fragile o troppo giovane;
• In rete come nella vita aiuta sempre chi è in difficoltà;
Il Blue Whale è una pratica che può suggestionare i ragazzi ed indurli progressivamente a compiere atti di autolesionismo, azioni pericolose (sporgersi da palazzi, cornicioni, finestre etc.) sino ad arrivare al suicidio. Questa suggestione può essere operata dalla volontà di un adulto che aggancia via web e induce la vittima alla progressione nelle 50 tappe della pratica oppure da gruppi whatsapp o sui social nei quali i ragazzi si confrontano sulle varie tappe, si fomentano reciprocamente, si incitano a progredire nelle azioni pericolose previste dalla pratica, mantenendo gli adulti ostinatamente all’oscuro.