Nell’ambito di mirati servizi avviati d’intesa con la Procura della Repubblica di Bologna, volti a contrastare il rischio di introduzione all’interno di istituti carcerari di vari apparecchi di comunicazione telefonica, nei giorni scorsi, la Squadra Mobile acquisiva notizia dell’arrivo dall’estero in questo capoluogo di un cittadino straniero incaricato di introdurre abusivamente presso la locale Casa Circondariale, per il tramite di un drone radiocomandato, più apparati telefonici destinati a consentire ai detenuti l’intrattenimento di contatti anche di natura telematica, in violazione alle disposizioni legislative in materia. Informata immediatamente l’Autorità Giudiziaria, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia e la collaborazione di personale del locale Corpo di Polizia di Polizia Penitenziaria, venivano quindi implementate una serie di ulteriori attività fra cui l’intensificazione delle azioni di vigilanza interna ed il tempestivo avvio di una continuativa attività di sorveglianza discreta dell’uomo, grazie alla quale risultava possibile giungere alla sua identificazione, individuare la struttura ricettiva cittadina nella quale aveva preso alloggio, nonché l’autovettura in sua disponibilità. Nella giornata del 06 ottobre nonché la mattina del successivo 07, la persona, costantemente monitorata da più unità operative della Polizia di Stato, effettuava alcuni significativi e riservati sopralluoghi presso la struttura carceraria raggiungendo con una valigia antiurto, ritenuta contenere il velivolo, le aree campestri confinanti con il lato nord-est, al ritenuto scopo di procedere alle ultime operazioni di verifica dei luoghi e delle condizioni metereologiche. Ritenuto dunque ormai imminente il tentativo di perfezionare l’introduzione dei dispositivi presso l’Istituto penitenziario, d’intesa con la competente A.G. nel pomeriggio del 07 personale della Squadra Mobile interveniva nella adiacente via del Gomito procedendo al fermo ed al controllo del cittadino albanese , di anni 30, e verificando così le ipotesi investigative: le operazioni di perquisizione, estese alla sua autovettura ed alla struttura ricettiva nella quale era alloggiato, consentivano infatti di rivenire e sottoporre a sequestro un drone professionale per volo teleguidato provvisto di 4 batterie di ricambio, fotocamera ad alta definizione, sistema di controllo remoto e dispositivo elettromeccanico di sgancio, un tablet di ultima generazione, molteplice materiale specifico per imballaggio avvolgente antiurto e fascette autobloccanti, nr. 2 smartphone I-Phone, nr. 3 microtelefoni di piccole dimensioni, tutti provvisti di cavi di alimentazione, nr. 4 sim-card Lycamobile.
L’uomo veniva deferito alla locale Procura della Repubblica per violazione degli art. 56 – 391ter c.p. Tentata indebita introduzione di dispositivi idonei a consentire comunicazioni telefoniche e telematiche da parte di soggetti detenuti presso la locale Casa circondariale.