Indagata cittadina cinese
Nella mattinata di venerdì la Squadra Mobile di Belluno ha dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal locale Ufficio GIP presso il Tribunale Ordinario, su richiesta della Procura della Repubblica.
Il provvedimento prevede l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Belluno a carico di una donna di origine cinese detta “Silvia”, dimorante a Milano, in quanto ritenuta responsabile dei delitti di cui agli artt. 3 n.1 e 4 nn.5 e 7 della legge n.75 del 1958, ossia la gestione di una casa di prostituzione e il favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di più persone sottoposte ad un rapporto di impiego.
In particolare, a seguito di indagine da parte della 1^ Sezione della Squadra Mobile, la donna è indagata per avere, dietro al paravento di un centro massaggi “Tuina”, partecipato alla direzione, gestione e amministrazione di una casa di prostituzione sita in via Col di Lana.
La donna, avvalendosi delle strutture, dei mezzi e dell’organizzazione della predetta attività commerciale, forniva attraverso il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione di 5 formali dipendenti, tutte di origine cinese e residenti in diverse provincia italiane, in modo abituale, a clientela esclusivamente maschile, prestazioni sessuali a pagamento, consistite in rapporti sessuali di vario tipo, al prezzo ricompreso tra i 50 ed i 100€.
L’indagine trae origine da alcuni servizi di osservazione effettuati all’inizio dell’autunno scorso, da parte degli agenti della Mobile, in cui veniva attestato un importante via vai nel centro di clientela esclusivamente maschile. L’ipotesi che all’interno venisse esercitata attività di meretricio, trovava la prima conferma verso la fine di ottobre 2022, quando una sera un cliente contattava il 113 asserendo di essere stato trattenuto da 3 donne cinesi all’interno del centro a causa di una lite con loro sul prezzo da corrispondere per dei massaggi ricevuti. Non appena appreso dell’imminente arrivo della Polizia, le 3 donne si erano date alla fuga. Da qui, le prime investigazioni arrivavano subito a far comprendere che non si trattava semplicemente di massaggi.
Il centro funzionava attraverso l’utilizzo di un’utenza centralino, pubblicizzata in vari siti d’incontri on-line, in possesso per la maggior parte del tempo all’indagata, con il quale attraverso un’attività di filtraggio, venivano smistati i clienti richiedenti e inviati al centro. Dopo aver ricevuto la telefonata sul centralino, l’indagata contattava la prostituta all’interno del tuina per renderla edotta dell’arrivo del cliente. Veniva rilevata una media giornaliera di 8 clienti.
La presenza di Silvia a Belluno veniva individuata perlopiù verso la fine di ogni mese, in concomitanza con l’avvicendarsi delle donne che poi avrebbero svolto il meretricio.
Contemporaneamente l’indagata, svolgeva il compito della raccolta dei soldi provento dell’attività. Non a caso a febbraio veniva controllata in stazione treni a Belluno e trovata con al seguito 6590€ in contante da vario taglio.
Ieri, nel corso della perquisizione al centro è stata sequestra la somma di 4460€ in contante, celata all’interno dell’interstizio di 2 radiatori, in quanto probabile provento dell’attività di prostituzione. Nella cantina dello stabile, celate sempre all’interno dell’intercapedine di un radiatore, sono state rinvenute 2 scatole da 144 profilattici ciascuna.
Contemporaneamente all’attuazione della misura, è stato eseguito anche il decreto emesso dal GIP, di sequestro preventivo dei locali destinati allo svolgimento dell’attività.