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Giardino Emanuela Loi

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Giardino Emanuela Loi

Cerimonia di intitolazione di un giardino pubblico alla memoria dell’Agente della Polizia di Stato Emanuela Loi, Medaglia d’oro al Valor Civile

Questa mattina, a Bari, si è tenuta la cerimonia di intitolazione di un giardino pubblico alla memoria dell’Agente della Polizia di Stato Emanuela Loi, Medaglia d’oro al Valor Civile, barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso il 19 luglio del 1992.

Durante la cerimonia, alla presenza del Questore di Bari, Dirigente Generale dr. Giuseppe Bisogno, e delle massime autorità istituzionali locali, civili e militari, è stata scoperta la targa di intitolazione, posta all’ingresso del giardino.

Nata a Cagliari il 9 ottobre del 1967, Emanuela Loi cresce a Sestu, piccolo centro in Provincia di Cagliari, e coltiva sin da piccola il sogno di fare l’insegnante. Supera invece il concorso in Polizia, che aveva sostenuto quasi per caso insieme alla sorella, e si arruola all’età di 22 anni, nel 1989. Dopo aver frequentato il 119° Corso presso la Scuola Allievi Agenti di Trieste, viene trasferita a Palermo al Commissariato Libertà e, successivamente, viene assegnata alla scorta di Paolo Borsellino, magistrato del pool antimafia istituito presso l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, il cui ultimo incarico è quello di Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Palermo.  Domenica 19 luglio, nel pomeriggio, a pochi mesi dell’assegnazione di Emanuela al servizio scorte, Paolo Borsellino decide di andare a trovare sua madre in via D’Amelio. Sono le 16.58.  Emanuela scende per prima dall’auto per controllare che tutto sia a posto; il caposcorta dà il via libera e il giudice scende dall’auto. Mentre passa affianco ad Emanuela la deflagrazione, che uccide sia il magistrato che cinque componenti della sua scorta: insieme ad Emanuela ci sono Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Si salva solo Antonino Vullo, che al momento dell’esplosione sta parcheggiando l’auto poco distante.  Quando muore Emanuela, prima donna in divisa a cadere in servizio, ha 24 anni.

Il 5 agosto del 1992 le viene conferita la Medaglia d’oro al valor civile, con la seguente motivazione: “Preposta al servizio di scorta al giudice Paolo Borsellino, pur consapevole dei gravi rischi a cui si esponeva a causa della recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell’ordine giudiziario e delle forze di polizia assolveva il proprio compito con grande coraggio e assoluta dedizione al dovere. Barbaramente trucidata in un proditorio agguato di stampo mafioso, sacrifica la vita a difesa dello Stato e delle Istituzioni”.


19/07/2019

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