Il gruppo di fuoco sarebbe vicino al clan Strisciuglio
A seguito dell’omicidio di LUISI Luigi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari, nei confronti di REMINI Domenico cl. ‘87, REMINI Gaetano cl. ‘98, SARDELLA Donato cl. ‘96, SARDELLA Maurizio cl. ‘70 e CUCUMAZZO Cristian cl. ’94, provvedimento poi sostituito dall’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bari in sede di convalida.
I predetti, tutti con precedenti di Polizia, sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di omicidio premeditato, porto abusivo di armi da fuoco in concorso ed evasione.
Il gravissimo episodio di sangue avvenne a Bari la sera del 31 ottobre 2016 allorquando LUISI Luigi, cl. 69, deceduto il successivo 14 novembre, fu attinto da numerosi colpi di arma da fuoco; secondo gli elementi di responsabilità sinora raccolti, gli autori dell’agguato sarebbero REMINI Gaetano e SARDELLA Donato: i due, armati di pistola, fecero fuoco all’indirizzo del LUISI, in quel momento fermo all’interno della propria autovettura ad un semaforo in via Dante, angolo via Fieramosca, per poi dileguarsi velocemente a bordo di uno scooter.
Nella circostanza, seguendo le direttive di REMINI Domenico, gli esecutori materiali si sarebbero avvalsi di SARDELLA Maurizio, padre di Donato, il quale aveva avuto il compito di osservare i movimenti della vittima e di avvisarli nel momento “più favorevole”.
Il movente sarebbe verosimilmente riconducibile ad un’animata discussione avvenuta tra LUISI Luigi e REMINI Domenico, per il presunto coinvolgimento di quest’ultimo nell’agguato del 30 aprile del 2015 in cui perse la vita il figlio di LUISI Luigi, Antonio, e lui stesso rimase gravemente ferito.
Le indagini, condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, supportate da attività tecniche, dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e da numerose audizioni testimoniali, hanno anche fatto ritenere la vicinanza degli arrestati, appartenenti al sodalizio criminale individuato, operante nel quartiere “Libertà” e capeggiato da REMINI Domenico, al clan mafioso denominato “Strisciuglio”.
Inoltre, così come evidenziato da riscontri effettuati nel corso delle investigazioni, nonché dall’acquisizione di elementi di responsabilità in relazione a taluni episodi delittuosi, è stata documentata la conclamata pericolosità del sodalizio criminale essendo state anche sequestrate alcune pistole e numerosi proiettili, nella loro disponibilità.