L’uomo è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione
Nei giorni scorsi, ad Acquaviva delle Fonti (BA), la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un cittadino nigeriano di 26 anni, ritenuto responsabile di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, anche con l’ausilio di attività tecniche, è stata avviata ad ottobre dello scorso anno a seguito della denuncia di un cittadino nigeriano, residente a Genova, il quale riferiva che la moglie, all’epoca dei fatti minorenne, sarebbe stata prelevata contro la propria volontà dall’abitazione di Genova e condotta a Bari dall’arrestato che, nel precedente mese di giugno, ne avrebbe favorito anche l’arrivo in Italia dietro l’impegno del pagamento, una volta giunta a destinazione, della somma di 23.000 euro.
Durante il soggiorno a Genova, il 26enne avrebbe contattato più volte sia la donna che il marito, minacciandoli di ritorsioni nei confronti della loro figlia di due anni, rimasta in Nigeria in custodia ai nonni, se non fosse stata pagata la predetta somma di danaro.
Una volta condotta a Bari, la vittima, segregata in un appartamento del quartiere San Girolamo, è stata costretta a prostituirsi su arterie stradali della provincia di Taranto che raggiungeva quotidianamente con i mezzi pubblici.
L’arrestato è stato associato presso la Casa Circondariale di Bari a disposizione della Autorità Giudiziaria procedente.