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Polizia in prima linea

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Polizia in prima linea

L'intervista al Questore di Avellino Luigi Botte

Un bilancio  di sei mesi di lavoro intenso con molte novità organizzative sul territorio, con un impegno sia sul versante del controllo minuzioso della provincia per garantire la massima serenità a cittadini ed imprese, sia un lavoro di contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata che in Irpinia non mancano. Il Questore di Avellino Luigi Botte, dopo esperienze a Napoli e nel Sud Italia, nel corso di un’intervista rilasciata alla redazione irpina  de Il Mattino,  ricava la fotografia di una società complessa e tutt’altro che sonnolenta.

La criminalità del Vallo di Lauro e nel Partenio ha superato la fase di transizione?

Con i vertici dei gruppi criminali in carcere non abbiamo abbassato la guardia, perché il fenomeno della riorganizzazione di nuove attività con gruppi che si muovono per occupare gli spazi lasciati liberi dai clan tradizionali è nelle cose. Nel Vallo di Lauro c’è anche chi ritiene di aver fondato nuove cosche e organizzazioni con l’intento di dividersi il territorio per zone di influenza.

Si avverte la penetrazione nelle pubbliche amministrazioni.?

Le inchieste in corso ci danno questo tipo di indicazione. Le amministrazioni locali sono da un lato il principale canale di monitoraggio e verifica, dall’altro sono anche strada di penetrazione delle forze criminali nell’apparato pubblico.

Il pubblico è finito nel mirino con più inchieste.?

Certe inchieste fanno più scalpore mediatore. Ma le patologie sono sempre perseguite, noi operiamo in un quadro di attenzione al buon funzionamento della società e sulla scorta del lavoro della magistratura. Si può dire che l’Irpinia non è certo indenne da fenomeni diffusi in tutto il Paese.

C’è anche  il fenomeno dell’immigrazione che va tenuto sotto controllo. La Provincia di Avellino è sicura.?

Non c’è al momento un’indicazione di particolare allarme rispetto a fenomeni di radicalizzazione. Un gran lavoro viene svolto sul versante del controllo del flusso di richiedenti asilo  e profughi che sta interessando la provincia.  Ben si comprende che non si tratta solo di assicurare solidarietà e sostegno a chi arriva da aree disagiate del mondo, ma anche di verificare eventuali segnali di presenza di soggetti che possono essere simpatizzanti di grange estremiste. La rotta Nord – Sud, come dimostrano inchieste nazionali ed internazionali, riguarda anche il nostro territorio. Ma non abbiamo elementi di immediata preoccupazione.

Anche fenomeni sociali come lo stalking e i reati commessi in ambito familiare sono emersi nella provincia irpina. E’ un’emergenza?

Si tratta di questioni delicatissime legate a fenomeni di sub cultura e di nei tradizionali legami della famiglia. Si tratta di verificare anche la ricaduta sociale del singolo episodio tutelando i più deboli, le donne e i bambini,  vittime dei fenomeni come il cyberbullismo e tutti quei reati connessi all’uso distorto dei canali di social network. Facciamo molto lavoro con le scuole in questo senso. Le organizzazioni scolastiche e le altre agenzie che operano nel sociale, fanno rete con le Forze dell’Ordine. Con il 2017 arriva anche il giro di poltrone alla Questua di Avellino. 


31/12/2016

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