Il Questore della Provincia di Asti, dott.ssa Alessandra FARANDA CORDELLA, in qualità di Autorità provinciale di pubblica sicurezza, ha emesso il 13 dicembre 2018 il primo DASPO URBANO per la città di Asti.
Il “DASPO urbano” trae il proprio nome dal Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive, misura adottata in Italia nel 1989 per contrastare la violenza negli stadi, e costituisce una misura di prevenzione atipica – limitativa della libertà personale - caratterizzata dall’applicabilità a categorie di soggetti che versino in situazioni sintomatiche della loro pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il Questore, come autorità provinciale di P.S., mantiene un ruolo centrale nel sistema di tale misura di prevenzione in quanto la emette e la applica.
Per la loro funzione preventiva, tali misure sono affidate proprio agli organi titolari della vigilanza e prevenzione in materia di pubblica sicurezza e trattandosi di provvedimenti di carattere amministrativo, comminabili ante delictum (prescindendo perfino da una denuncia all’A.G.), scaturiscono da un giudizio di pericolosità del soggetto mediante accurata attività indiziaria. Con tale provvedimento al soggetto considerato pericoloso dall’Autorità è vietato accedere ai luoghi connessi con la condotta riprovevole e antisociale da lui tenuta.
Col DASPO urbano si sanziona colui che «pone in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione di infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie e aeroporto) ovvero altre aree urbane che necessitano tutela su cui insistono scuole, plessi scolastici e siti universitari, musei, complessi monumentali, luoghi di cultura o interessati da flussi turistici ed aree verdi». In sostanza riguarda, per esempio, i casi degli imbrattatori, di coloro che insudiciano, chiedono l’elemosina in modo evidentemente molesto.
Il recente Decreto Sicurezza D. L. 4.10.2018 n. 113 (convertito in Legge 1°.12.2018 n. 132), all’art. 21 ter, peraltro ha modificato il precedente D.L. 20.2.2017 n. 48 facendo diventare una sanzione penale il contravvenire al divieto previsto da tale articolo (DASPO urbano o DACUR).
Nel caso che interessa, un soggetto nigeriano di 19 anni, domiciliato in Asti, è stato ripetutamente trovato dalle pattuglie della Polizia Municipale di Asti mentre realizzava nelle aree più frequentate del centro storico, quali piazza Catena, piazza Lavezzeri, parcheggio del Tribunale, corso Alfieri, piazza G. Pasta, piazza San Secondo, insistenti richieste di elemosina, nei pressi dei parcometri, tra i banchi del mercato, addirittura nei bar. Tali questue si concretizzavano in modo insistente, assillante ed importuno, al punto che le vittime, scelte sempre tra soggetti vulnerabili, si sentivano in pericolo e venivano addirittura pedinate (in un caso fino in chiesa, dove la vittima si era rifugiata), e talvolta cedevano alla richiesta di un obolo, ma poi chiamavano la Forza Pubblica per farlo allontanare.
In tutti questi casi la Polizia Municipale ha compilato alcuni Ordini di Allontanamento dal luogo della violazione, valevoli 48 ore dalla contestazione e talvolta non rispettati dal soggetto, corroborati da efficaci ed esaustive descrizioni dei fatti, che ha fatto pervenire alla Questura per le valutazioni conseguenti.
E’ così che si è evidenziata una situazione seriale di comportamenti gravi, che hanno consentito alla Divisione Polizia Anticrimine l’emanazione del Daspo urbano per la durata di un anno, con l’avvertimento all’interessato che nel caso contravvenisse al divieto sarà punito con l’arresto da sei mesi ad un anno.
Altre situazioni analoghe sono attentamente monitorate dalla Polizia Municipale di Asti e dalla Questura.
Il provvedimento di divieto di accesso e sosta, applicato al giovane nigeriano, che risulta essere il secondo nell’anno in corso, è legato alla necessità di prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità che possano svilupparsi in aree delle quali sia necessario preservare il degrado, nonché al fine di tutelare la sicurezza urbana e l’incolumità della popolazione e garantire, così, la vivibilità delle città e promuovere il rispetto della cultura della legalità.