Alle 11.00 di ieri mercoledì 10 aprile, nella prestigiosa cornice del Museo Diocesano di questa via Natta nr. 36, è stato celebrato il 167° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato con il tema: “Esserci sempre”.
La cerimonia è stata preceduta, alle 9.00, dalla deposizione della corona alla Lapide ai Caduti della Polizia di Stato, ubicata nell’androne di ingresso della Questura. Il sig. Questore di Asti, accompagnato dal sig. Prefetto, ha presenziato alla deposizione con un breve momento di raccoglimento, al quale hanno preso una rappresentanza del personale della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno, il presidente ed alcuni soci A.N.P.S., ed il Cappellano della Polizia di Stato.
Poco dopo le 9.00, al termine della deposizione, Giorgio Bisanti, Sovrintendente Capo Tecnico della P. di S., ha iniziato a dipingere nell’androne della Questura un’opera, su di un supporto di 250X180 cm, basata su tematiche afferenti l’Istituzione della Polizia di Stato ed il suo rapporto con i cittadini, in particolare quelli astigiani. Al fine di inserire maggiormente l’opera nel tessuto cittadino, il pittore nel primo pomeriggio ha proseguito la realizzazione del dipinto nell’androne del Palazzo del Comune, in piazza San Secondo, in modo da offrire alla cittadinanza la possibilità di assistere “in diretta” al compimento dell’opera. L’attività del Sovrintendente Bisanti proseguirà presso il Palazzo del Comune per tutta la giornata di oggi 11 aprile.
Alle 11.00, presso il Museo Diocesano, la cerimonia, dopo la lettura dei messaggi augurali inviati dalle varie Autorità dello Stato e l’intervento del Sig. Questore, è proseguita con la consegna dei riconoscimenti al personale per meriti di servizio.
Al termine della parte “istituzionale”, ha avuto luogo un reading teatrale dal titolo “Le Vie del Buddha: Il Ground Zero d’Oriente” (recital) del noto attore e regista Stefano Sabelli accompagnato alla chitarra da Giuseppe Spedino Moffa autore delle musiche: un appassionato racconto nato nel “teatro di guerra” dell’Afghanistan, un viaggio tra riflessioni ironiche, incantamenti e rimandi alle molteplici fedi dell’uomo ed alle varie culture dell’umanità, con la morale che un popolo può dirsi veramente civile quando difende il suo patrimonio artistico.