Personale della Polizia di Stato - 2^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Asti, in collaborazione con personale del locale compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni, coordinato dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Torino, dopo lunga, articolata, minuziosa e paziente attività investigativa, resa oltremodo difficoltosa per i continui spostamenti del soggetto, grazie anche alla pianificazione del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma e Ventimiglia (IM), individuava e catturava a Nizza (Francia), nei decorsi giorni, con la collaborazione della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria Francese, un cittadino tunisino, destinatario di un mandato di arresto europeo, un 49 tunisino, con doppia cittadinanza, tunisina ed italiana, latitante, ricercato in campo internazionale per gravissimi reati di violenza sessuale aggravata, maltrattamenti contro famigliari e conviventi aggravati e lesioni personali aggravate.
Il medesimo, destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino, deve scontare la pena residua della reclusione di anni 5 mesi 9 e giorni 11.
Come emerso a seguito di scrupolose indagini che hanno avuto inizio nel 2016 con la denuncia per maltrattamenti della moglie, anch’essa tunisina di qualche anno più giovane del marito, quest’ultimo da molti anni maltrattava la moglie.
E’ emerso dall’attività di polizia uno spaccato familiare fatto di continui soprusi e prepotenze dell’uomo verso la donna: l’uomo da anni teneva soggiogata la moglie, percuotendola ed aggredendola anche per futili motivi, spesso in presenza della figlia che all’epoca dei fatti aveva solo 5 anni.
Fatti che si ripetevano con regolarità in prevalenza tra le mura domestiche e che la donna subiva da tempo e che non denunciava per timore di ritorsioni da parte dell’uomo.
Circostanze queste ultime confermate dai pochi testimoni a conoscenza dei fatti, che da subito hanno offerto il loro contributo sulla dolorosa vicenda.
Pertanto le numerose prove raccolte a carico dell’uomo permettevano alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Torino di emettere un ordine di esecuzione per la carcerazione a carico dello stesso riconoscendolo colpevole dei sopra citati reati condannandolo alla pena della reclusione di anni 5 mesi 9 e giorni 15.
Il soggetto consapevole del provvedimento emesso a suo carico si rendeva immediatamente irreperibile, rifugiandosi all’estero.
La successiva attività info-investigativa espletata dalla Polizia di Stato, con il coordinamento del Sost. Procuratore Generale di Torino, dr. Andrea BASCHERI, consentiva di localizzare il latitante in Francia, paese ove si rifugiava facendo da subito perdere le proprie tracce ed ove veniva individuato, dopo mesi di attività investigativa, da personale della Squadra Mobile, con non poche difficoltà, nel quartiere arabo ove aveva trovato rifugio.