Questura di Asti

CORSO BASE DI SICUREZZA PERSONALE “ Conosciamo un’alternativa all’essere vittima ”

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Corso difesa personale

Nel corso del mese di marzo ed aprile u.s., personale della Divisione Polizia Anticrimine, della Squadra Mobile e dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Asti, hanno partecipato all’evento organizzato dal Comune di Asti in collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica C.S.K.S.

INCONTRO COL PERSONALE DIVISIONE  POLIZIA ANTICRIMINE E SQUADRA MOBILE   :

E’ stato introdotto preliminarmente il discorso sulla prevenzione culturale  ed in particolare sull’importanza di una educazione al rispetto della persona da parte delle famiglie e della scuola e sull’importanza del ruolo che, in particolare le madri, devono avere nell’educazione dei figli volto a non ingenerare comportamenti discriminanti dovuti al  genere.

Rispetto alla prevenzione attiva da parte delle donne riguardo al pericolo di aggressione fisica nella vita quotidiana, è stata illustrata una serie di basilari accorgimenti utili al fine di evitare situazioni di pericolo, che questi Uffici da tempo utilizzano negli incontri con le donne che intendono approfondire il tema della violenza di genere :

  1. Porre l’attenzione sull’ambiente circostante in modo da cogliere eventuali segnali di pericolo ed essere pronti a reagire, nell’ottica che la fuga è la migliore delle soluzioni;
  2. Evitare, se si è da soli, le strade isolate o luoghi notoriamente malfrequentati come le stazioni ferroviarie.
  3. Evitare, se possibile, quando si fa rientro a casa di avere le mani ingombre da pacchi, borse e quant’altro possa ostacolare un nostro tentativo di fuggire o di allontanare l’aggressore.
  4. Nelle ore notturne e serali, evitare le zone poco illuminate e poco frequentate come parcheggi, giardini. Nel caso in cui ciò si dovesse verificare, controllare, prima di salire sulla propria autovettura che nella medesima non si sia introdotto qualche malintenzionato. Evitare di sostare presso l’autovettura chiusa in cerca delle chiavi.
  5. Nelle ore notturne e serali evitare i luoghi appartati sia sole che in compagnia.
  6. Nel caso in cui si debba rincasare nelle ore notturne: farsi accompagnare da una persona di fiducia, tenere a portata di mano le chiavi della porta d’ingresso e, se si possiede lo spray al peperoncino o similari strumenti, tenere anche tale strumento a portata di mano. Nel caso  si decida di munirsi dello spray antiaggressione, bisogna essere in grado di conoscerne bene il funzionamento al fine di non vanificarne l’efficacia o peggio di venire attinti dal prodotto urticante. Le stesse accortezze nel comportamento devono essere poste nel caso in cui si utilizzino garage sotterranei.
  7. Le aggressioni fisiche, oltre a quelle finalizzate ad appropriarsi dei beni della vittima (gioielli, cellulare, borsa, soldi) possono anche avere come scopo la violenza sessuale. In questo caso occorre tenere presente che, oltre che nei confronti degli sconosciuti, occorre fare attenzione alle persone che si possono incontrare occasionalmente in luoghi pubblici quali le discoteche o ai conoscenti. Occorre evitare sempre: di allontanarsi dal locale con sconosciuti o conoscenti senza avvisare o gli eventuali amici lì presenti o una persona di fiducia. Fare attenzione nel consumo di bevande e alla possibilità che qualcuno possa, a nostra insaputa, somministrarci  sostanze stupefacenti. Recarsi nelle toilettes sempre in compagnia di un’amica.
  8. Non offrire passaggi agli sconosciuti, in quanto potrebbero dissimulare con un comportamento gentile, propositi di aggressione. Non chiedere passaggi in macchina a sconosciuti: nel caso di urgenze o imprevisti rivolgersi alla security del locale ed eventualmente richiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine.
  9. Nel caso ci si avveda di essere seguiti cercare rifugio presso un presidio delle Forze dell’Ordine o in un locale pubblico o un negozio ove poter chiedere eventualmente aiuto. Nel frattempo, sarebbe utile, al fine di scoraggiare l’eventuale aggressore,  nel caso in cui non si abbia nella disponibilità un telefono cellulare, portarsi all’orecchio un qualunque oggetto simulando una conversazione telefonica. Al riguardo si è illustrata brevemente la procedura per l’ammonimento del Questore per gli atti persecutori esortando le correntiste a rivolgersi alle Forze dell’Ordine in caso di necessità.
  10.  Nel caso in cui, all’uscita dal supermercato, si venisse avvicinati da questuanti che non si riesca ad allontanare semplicemente opponendo un netto rifiuto, risulterebbe utile alzare il tono di voce, anche urlare, per attirare l’attenzione di altre persone presenti. Nella norma gli aggressori si allontanano per paura dell’intervento delle Forze dell’Ordine.

Per ognuna delle situazioni contemplate e per i comportamenti consigliati, la collega dell’Ufficio Sanitario ha illustrato alle corsiste le ragioni emotive e i presupposti psicologici legati all’azione dell’aggressore e alle reazioni delle vittime.

Durante l’intervento è stata data la possibilità alle corsiste di intervenire con domande o di esporre dubbi e perplessità su quanto esposto dagli operatori.

In base alle domande emerse si sono ulteriormente affrontati temi, quali la legittima difesa, chiarendo anche la recente normativa in merito, l’approccio con gli adolescenti  e i problemi dell’utilizzo alla rete internet, le buone prassi per evitare molestie sessuali e la pedofilia.

Si è ritenuto infine utile suggerire, nel contesto di una protezione sociale delle vittime, il dovere di “mutuo soccorso” nel caso in cui accada di essere spettatori di una aggressione per far intervenire le Forze dell’Ordine, scoraggiare l’aggressore e provocarne l’allontanamento,  nonchè evitare danni maggiori alla vittima.

L’ufficiale di polizia giudiziaria della Squadra Mobile ha inoltre fornito informazioni di carattere penale e procedurale inerenti i reati di violenza di genere, indicando l’iter giudiziario di tali vicende, anche fornendo utili esempi che hanno coinvolto significativamente le donne presenti.

INCONTRO COL PERSONALE SANITARIO

Attesa la laurea in Psicologia clinica e di comunità di 2 Assistenti Capo Tecnici dell’Ufficio Sanitario, sono stati effettuati interventi relativi all’aspetto psicologico di prevenzione alla vittimizzazione. Essendo il gruppo di partecipanti esiguo ed eterogeneo, è stato scelto un intervento interattivo e non frontale nel tentativo di rispondere il più possibile alle esigenze specifiche delle donne.

Facendo riferimento all’etologia umana ed animale, sono state spiegate alcune delle basi biologiche che supportano la regolazione emotiva in stati neutrali, in casi di eustress e in casi di distress, focalizzando l’attenzione sul ruolo fondamentale dell’amigdala. Da questa specificazione si è potuto spiegare l’importanza dell’interpretazione soggettiva degli stimoli ambientali che determina, da parte dell’aggressore, la visione della donna puramente come preda ideale (lettura ambientale del cervello rettiliano), sottolineando l’incapacità da parte di quest’ultimo di provare empatia. Evidenziando che l’atteggiamento aggressivo è supportato da una lettura degli stimoli ambientali differente dalla lettura socialmente e culturalmente accettata, è stato possibile far comprendere alle donne la necessità di avere un atteggiamento “vigile” in quelle situazioni in cui l’ambiente possa presentarsi pericoloso (luoghi isolati, scarsa visibilità, obnubilamento del sensorio). Attraverso questo percorso guidato le partecipanti hanno compreso l’importanza degli atteggiamenti di autotutela senza viverli come limitazione della propria libertà, ma come salvaguardia dello spazio vitale di sicurezza. Dal concetto di spazio vitale di sicurezza si è sviluppato il tema della prossemica esplicitando come ogni distanza di relazione mandi segnali non verbali ben precisi all’interlocutore per cui mantenere una prossemica idonea al contesto è il primo elemento di autotutela in assoluto. Le donne sono state invitate a riflettere su come la prossemica sia culturalmente correlata e come ogni tipologia di prossemica metta in campo differenti stimolazioni non solo visive, ma anche olfattive ed uditive, sollecitando zone cerebrali più primitive che taluni esseri umani faticano a controllare.

Essendo presenti tra le partecipanti alcune coppie mamma-figlia, sono state anche proposte indicazioni di tipo psicopedagogico da poter utilizzare in ambito familiare nell’educazione dei figli (o nipoti) sottolineando come questo tipo di argomenti, generalmente difficilmente affrontati in famiglia per tabù  culturale o per la naturale percezione che non riguarderanno mai i propri congiunti, debbano diventare di facile condivisione  per consentire ai ragazzi in crescita di vederli come eventi possibili e non come episodi remoti relegati a realtà sociali di degrado (pregiudizio sociale). Ciò consente loro di mettere in atto atteggiamenti di autotutela, di mutuo soccorso (riconoscimento del segnale ambientale di pericolo) e mette in azione un’educazione transgenerazionale di autotutela e di rispetto dell’altro, indipendentemente dal sesso di appartenenza.

Sono stati approfonditi anche gli aspetti psicologici della vittimizzazione facendo riferimento soprattutto alla sociologia, alle teorie del mondo giusto di Maslow ed alla teoria del bisogno di sicurezza di Jonoff-Bulman, anche illustrando i concetti di vittima indiretta, di disturbo post-traumatici da stress e di vittimizzazione secondaria conseguente al clamore mediatico del fatto, al giudizio da parte dell’opinione pubblica e dell’atteggiamento degli operatori dell’ apparato giudiziario. E’ stato dato rilievo ai sentimenti vissuti dalla vittima, soprattutto al carico morale ed ai sentimenti di colpa ed al vissuto di impotenza.

L’intervento ha compreso anche l’analisi dell’importanza del ruolo delle istituzioni e delle associazioni in sostegno delle vittime di reati, in grado di ricostruire il senso di fiducia verso la società e la possibilità di recuperare il proprio percorso di vita.

Nel mese di maggio gli organizzatori ed il Comune di Asti hanno indetto una  conferenza stampa per esprime la soddisfazione per la riuscita del corso, invitando il Dirigente la Divisione Polizia Anticrimine che ha coordinato gli interventi e il restante  personale di Polizia che ha tenuto le lezioni come sopra descritto, per ringraziare pubblicamente la Questura per l’originalità e concretezza  dell’impostazione fornita, anticipando già l’avvio di prossimi analoghi corsi nei mesi autunnali.  


31/05/2019

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