Questura di Asti

Arrestato dalle Volanti e dalla Squadra Mobile un rapinatore

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Sposato e padre di 3 figli, aveva appena rapinato un ufficio postale del capoluogo per coprire i debiti di gioco alle slot machine.

L'azione coordinata e tempestiva della Squadra Mobile e della Sezione Volanti della Questura di Asti ha permesso di arrestare nel giro di pochissimo tempo un 44 enne di San Damiano d'Asti, sposato e padre di tre figli, operaio in una fabbrica della zona, che aveva ideato e compiuto il colpo a un ufficio postale cittadino per coprire un po' dei suoi debiti di gioco procuratosi alle slot machine dei bar.

Erano le 14,30 di martedì quando i poliziotti lo hanno bloccato davanti alla sua casa, nel centro di San Damiano. Il malvivente veniva intercettato alla guida della sua vecchia «Cinquecento» bianca, modello anni Novanta: sotto il tappetino c'era una pistola ad aria compressa. In un borsello, 800 euro in banconote di vario taglio: il bottino dell'assalto di pochi minuti prima all'ufficio postale, messo a segno minacciando dipendenti e clienti con l'arma in pugno.

L'operaio, che ha solo un piccolo precedente penale, per gli investigatori era un «insospettabile». Per non farsi individuare aveva indossato cappello, sciarpone, occhiali scuri e guanti di pelle. E' stato tradito solo dalla prontezza degli impiegati delle Poste, che dopo avergli consegnato 800 euro lo hanno seguito a piedi nella sua fuga solitaria per le strade del quartiere. A qualche centinaio di metri dall'ufficio postale era parcheggiata l'utilitaria: senza farsi vedere, i cassieri hanno memorizzato il numero di targa, comunicandolo al «113» mentre il rapinatore si metteva alla guida.

E' scattato immediatamente un attento servizio di appostamento sotto l'abitazione dell'intestatario dell'autovettura.
L'attesa è durata meno di mezz'ora. L'operaio è arrivato e ha aperto il cancello. Gli agenti lo hanno bloccato. Non erano ancora sicuri fosse l'autore materiale della rapina. Quando i poliziotti hanno trovato la pistola sotto il tappetino, è crollato, raccontando dei troppi soldi persi giocando alle slot machine nei bar. «Mi sono giocato tutto lo stipendio, non avevo più niente», avrebbe spiegato disperato. Ancora una volta, si è costretti a constatare un fatto dettato dalla disperazione, figlia dei debiti di gioco causati da un uso sconsiderato degli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro.


19/01/2012

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