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attività Montevarchi

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Sono proseguiti per tutta la giornata di ieri lo studio dei numerosi atti e verbali di dichiarazioni ...

Sono proseguiti per tutta la giornata di ieri lo studio dei numerosi atti e verbali di dichiarazioni che sono stati redatti dal gruppo interforze intervenuto nelle prime ore del mattino di domenica nei locali dello pseudo circolo privato ove in luogo di una libera attività associativa svolta da un numero ben determinato e ristretto di soci, si stava invece svolgendo una vera e propria attività di pubblico intrattenimento musicale e somministrazione di bevande alcoliche a favore di centinaia di avventori letteralmente censiti al momento dell' accesso. Un' attività che, come anche giustamente lamentato dalle varie associazioni di categoria, finiva per danneggiare in termini di libera concorrenza le attività lecitamente condotte da parte dei gestori di locali pubblici previo assolvimento di oneri non soltanto fiscali, ma anche autorizzatori, ivi compresi l' assolvimento di numerosi accertamenti tecnici non soltanto in termini di vigilanza ma anche di sicurezza e di prevenzione incendi. Le operazioni di cui sopra erano state comunque precedute da preventivi servizi di attenta osservazione atteso il fatto che ci si trovava comunque di fronte almeno formalmente ad un circolo privato le cui attività si svolgevano a tutti gli effetti in una privata dimora ed il cui accesso doveva essere necessariamente suffragato da chiari indizi che l' attività ivi svolta fosse di carattere illecito. Una osservazione che si dovette comunque interrompere durante il periodo estivo in quanto veniva a cessare in quel locale ogni tipo di attività e questo fino a quando in questi giorni veniva segnalato sulla rete l' imminente organizzazione di un "rock'n roll party" il giorno 17 ottobre. Sulla base della notizia dell' evento veniva quindi organizzato dagli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Montevarchi in coordinamento con la Compagnia dei Carabinieri di San Giovanni Valdarno, la stazione cc di Levane, il Nucleo Ispettorato del Lavoro dell' Arma dei carabinieri, il Comando della Polizia locale, la Direzione Provinciale del Lavoro, l' Inps, e la SIAE un attività di intervento di polizia amministrativa presso quella sede a partire dalle ore 24.00 del giorno 17 ottobre u.s. In virtù di quanto sopra poco prima dell' orario di accesso n. 2 operatori rispettivamente del nucleo ispettorato del Lavoro CC e della direzione provinciale del Lavoro si presentavano presso il locale e previo regolare pagamento del prezzo di dieci euro come normali clienti accedevano al locale. In tale veste gli operatori avevano modo di appurare dall' interno, prima ancora dell' accesso del gruppo interforze, le attività che ivi vi si svolgevano ed i precisi ruoli degli organizzatori che poi venivano accertati al momento dell' accertamento formale. Al momento del controllo veniva infatti appurato che Il locale era presidiato da n. 2 dipendenti nella veste di "personale di vigilanza di locali di pubblico spettacolo" (i c.d. buttafuori), n. 2 ragazze alla cassa, una truccatrice, n. 3 dipendenti presso il locale bar che somministravano bevande ai numerosi avventori (la prima inclusa nel prezzo la seconda previo ulteriore pagamento) , mentre altri tre soggetti svolgevano le mansioni di D.J. addetti alla consolle e agli strumenti di diffusione musicale. Presenti in sala anche gli organizzatori dell' evento, tutti soggetti che venivano ovviamente compiutamente identificati e sentiti a sommarie informazioni e dichiarazioni così come avveniva a campione per alcuni clienti i quali nella quasi totalità disconoscevano addirittura si trattasse di un club privato bensì un classico locale di intrattenimento e spettacolo di cui erano venuti a conoscenza attraverso la pubblicità in rete. Non veniva infatti posta in essere nessuna procedura reale di carattere associativo o affiliativo, così come potuto constare di persona anche da parte dei due operatori entrati in incognito poco prima dell' accesso formale. In tutto e per tutto di fatto quindi la villa, perché di questo si trattava, era predisposta a tutti gli effetti come un normale locale di pubblico spettacolo e di somministrazione di bevande, tanto che non a caso non vi era la presenza di un ben determinato numero ristretto di soci, bensì un flusso indeterminato di persone che al momento del controllo veniva letteralmente contato in numero di 186 utenti oltre agli addetti ai lavori ed ai numerosi clienti che al momento dell' interruzione dell' attività lasciavano spontaneamente il locale mentre altri, che continuavano a sopraggiungere, vedendo il controllo in atto tornavano immediatamente indietro. Veniva quindi definitivamente accertato che presso il suddetto locale non vi si svolgeva un' attività associativa propria di un circolo privato come lo si voleva formalmente far apparire, bensì un vero e proprio esercizio di un' attività di intrattenimento che si avvaleva della prestazione d' opera non dei propri soci volontari, bensì di terzi e quindi in quella che può definirsi a tutti gli effetti un' attività di natura imprenditoriale professionalmente organizzata a scopo di lucro. Non a caso in occasione del controllo veniva anche rinvenuto e contabilizzato un incasso di svariate centinaia e centinaia di euro. Il gruppo interforze coordinato dallo stesso dirigente il Commissariato dott. Mancini Proietti, procedeva quindi a sentire a verbale non soltanto le maestranze ma anche a campione gli stessi clienti che confermavano quanto si veniva accertando. In esito a quanto sopra lo stesso dirigente il Commissariato provvedeva a redigere e notificare ai gestore un provvedimento di interruzione immediata dell' attività e formale diffida a proseguirla per il futuro in mancanza delle autorizzazioni di legge. Contestualmente, a parte la sottoposizione ad accertamenti di natura fiscale, ai gestori verranno contestate le attività illecita di esercizio abusivo di attività di pubblico spettacolo e somministrazione di bevande in difetto della prescritta autorizzazione di pubblica sicurezza di cui al Testo Unico nonché la violazione della legge regionale in materia. Contestata altresì la mancata richiesta di agibilità del locale oltre alla mancanza assoluta di un certificato di prevenzione incendi. L' assenza di estintori, la ristrettezza dei locali, le scale non a norma e la mancanza di idonee vie d' uscita a fronte dei numerosi avventori rendeva infatti di tutta evidenza l' estrema pericolosità di quei luoghi per l' incolumità personale dei giovani avventori che a quel punto venivano fatti uscire fuori. In corso di accertamento da parte degli inquirenti anche eventuali responsabilità della proprietà dei locali.
19/10/2015

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